Capitan
Pirata ha la barba lussureggiante e tra i suoi fedeli può vantare un
pirata albino, uno con la gotta ed un altro “sorprendentemente
procace”.
La
bacheca della sua nave però scarseggia in quanto a trofei: ci
campeggia solo il premio per il miglior aneddoto su un calamaro e
sulla strada che porta al titolo di pirata dell'anno già gli si
parano davanti Bellamy il Moro, Hastings Gambadilegno ed una
“sciabolona” letale e fatale chiamata Liz, la “macellaia delle
Barbados”, tre tipacci che in batter d'occhio spazzan via lontano i
sogni di vittoria e fanno di tutti gli avversari niente altro che
“lische fritte”.
Così
per tentare l'abbordaggio all'ambitissimo trofeo si assaltano
imbarcazioni di ogni sorta, passando da quelle piene di appestati ad
altre che sul ponte raccolgono fantasmi e naturisti(...!...), ma alla
fine di ogni giornata i forzieri restano vuoti e senza bottino.
Il
destino porta allora questa ciurma da strapazzo ad imbattersi
addirittura nel “Beagle”, il brigantino di Charles (Charlie?...)
Darwin, dove però al posto dell'oro ci sono solo due reni di
babbuino (e difatti sembra che l'animale boccheggi nella stiva con
aria disperata).
Ed
è a questo punto che gli autori (seguendo anche le orme del romanzo
“Pirates! In an adventure with scientists” di Gideon Defoe)
dirottano con molta arguzia i protagonisti del loro rutilante
racconto con il vento in poppa verso la Londra Vittoriana, facendo
solcare le onde del mare al loro galeone al ritmo dei Clash
(ovviamente “London Calling”!).
Qui
il barbuto filibustiere potrà scapricciare le sue voglie accademiche
e addirittura partecipare al concorso di scienziato dell'anno,
facendo rischiar però al suo pappagallo – in realtà un rarissimo
“dodo” - di finire in un piatto come pietanza “a l'orange”.
Il
nemico da affrontare sarà la regina in persona, quelle che odia
piu di tutti i pirati, le loro canzonacce ed i loro ridicoli
cappelli...e l'epilogo della storia meglio lo vediate da voi stessi
direttamente in sala.
Stop
motion “alla plastilina” dinamica e di gran divertimento,
contaminata di computer grafica e ricca di trovate sgargianti,
tra vasche da bagno che volano per le scale puntando mammuth e
scheletri di dinosauro appesi al soffitto e inseguimenti su un
velocipede tra i vicoli fumosi di Londra.
Bellamy
il Moro che fa il suo ingresso all' “isola del sangue” apparendo
da dentro una balena che srotola la sua lingua come un tappeto rosso
è memorabile, lo “scimpanzuomo” maggiordomo di casa Darwin
un tipetto esilarante; la commissione di trichechi, scheletri e
sirene un “flash” che regala buonumore.
Non
si tengono le scintille in tasca gli autori che si concedono persino
una citazione per l' “Elephant man” di David Lynch, piazzano
i loro bucanieri a sgranocchiare pop corn nella Real Society e
pigiano sull'acceleratore sprizzando fantasia fin sopra i titoli di
coda.
Depredare
o sciabolare?...Dove porterà l'istinto di un pirata che si
rispetti?...
Niente
è meglio della “Notte del prosciutto (cotto!...)”.
Si
va in lungo e in largo per i mari del mondo (ma siamo proprio sicuri
che i mostri marini sulle carte navali siano solo decorativi?...), su
un vascello o su un dirigibile a pedali, magari al timone ci sarà
una tartaruga ed a far da esche per i calamari qualche poppante.
Non
deludono gli Inglesi dello studio “Aardman” , autori del già
notevole “Galline in fuga” e del premio oscar “Wallace e
Gromit” e cavalcano a gonfie vele anche le onde degli oceani,
srotolandoci sopra un diluvio di piccole perle curiose, geniali e
molto spassose.
Ancora,
tra le tante, il “Secondo” con la sciarpa che quando il suo
Comandante scende a terra lo culla nel sonno fischiettandogli rumori
navali: vento, gabbiani e scricchiolii del legno.
...E
quando il gioco si fa duro e si paventa il pericolo piu' scuro allora
“tutti per uno” e vien confermato il vecchio adagio di sempre,
quello per cui gli amici, “pardon” i pirati, si vedono nel
momento del bisogno.
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