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domenica 8 aprile 2012

PIRATI di Peter Lord



Capitan Pirata ha la barba lussureggiante e tra i suoi fedeli può vantare un pirata albino, uno con la gotta ed un altro “sorprendentemente procace”.

La bacheca della sua nave però scarseggia in quanto a trofei: ci campeggia solo il premio per il miglior aneddoto su un calamaro e sulla strada che porta al titolo di pirata dell'anno già gli si parano davanti Bellamy il Moro, Hastings Gambadilegno ed una “sciabolona” letale e fatale chiamata Liz, la “macellaia delle Barbados”, tre tipacci che in batter d'occhio spazzan via lontano i sogni di vittoria e fanno di tutti gli avversari niente altro che “lische fritte”.

Così per tentare l'abbordaggio all'ambitissimo trofeo si assaltano imbarcazioni di ogni sorta, passando da quelle piene di appestati ad altre che sul ponte raccolgono fantasmi e naturisti(...!...), ma alla fine di ogni giornata i forzieri restano vuoti e senza bottino.

Il destino porta allora questa ciurma da strapazzo ad imbattersi addirittura nel “Beagle”, il brigantino di Charles (Charlie?...) Darwin, dove però al posto dell'oro ci sono solo due reni di babbuino (e difatti sembra che l'animale boccheggi nella stiva con aria disperata).

Ed è a questo punto che gli autori (seguendo anche le orme del romanzo “Pirates! In an adventure with scientists” di Gideon Defoe) dirottano con molta arguzia i protagonisti del loro rutilante racconto con il vento in poppa verso la Londra Vittoriana, facendo solcare le onde del mare al loro galeone al ritmo dei Clash (ovviamente “London Calling”!).

Qui il barbuto filibustiere potrà scapricciare le sue voglie accademiche e addirittura partecipare al concorso di scienziato dell'anno, facendo rischiar però al suo pappagallo – in realtà un rarissimo “dodo” - di finire in un piatto come pietanza “a l'orange”.

Il nemico da affrontare sarà la regina in persona, quelle che odia piu di tutti i pirati, le loro canzonacce ed i loro ridicoli cappelli...e l'epilogo della storia meglio lo vediate da voi stessi direttamente in sala.

Stop motion “alla plastilina” dinamica e di gran divertimento, contaminata di computer grafica e ricca di trovate sgargianti, tra vasche da bagno che volano per le scale puntando mammuth e scheletri di dinosauro appesi al soffitto e inseguimenti su un velocipede tra i vicoli fumosi di Londra.

Bellamy il Moro che fa il suo ingresso all' “isola del sangue” apparendo da dentro una balena che srotola la sua lingua come un tappeto rosso è memorabile, lo “scimpanzuomo” maggiordomo di casa Darwin un tipetto esilarante; la commissione di trichechi, scheletri e sirene un “flash” che regala buonumore.

Non si tengono le scintille in tasca gli autori che si concedono persino una citazione per l' “Elephant man” di David Lynch, piazzano i loro bucanieri a sgranocchiare pop corn nella Real Society e pigiano sull'acceleratore sprizzando fantasia fin sopra i titoli di coda.

Depredare o sciabolare?...Dove porterà l'istinto di un pirata che si rispetti?...
Niente è meglio della “Notte del prosciutto (cotto!...)”.

Si va in lungo e in largo per i mari del mondo (ma siamo proprio sicuri che i mostri marini sulle carte navali siano solo decorativi?...), su un vascello o su un dirigibile a pedali, magari al timone ci sarà una tartaruga ed a far da esche per i calamari qualche poppante.

Non deludono gli Inglesi dello studio “Aardman” , autori del già notevole “Galline in fuga” e del premio oscar “Wallace e Gromit” e cavalcano a gonfie vele anche le onde degli oceani, srotolandoci sopra un diluvio di piccole perle curiose, geniali e molto spassose.

Ancora, tra le tante, il “Secondo” con la sciarpa che quando il suo Comandante scende a terra lo culla nel sonno fischiettandogli rumori navali: vento, gabbiani e scricchiolii del legno.

...E quando il gioco si fa duro e si paventa il pericolo piu' scuro allora “tutti per uno” e vien confermato il vecchio adagio di sempre, quello per cui gli amici, “pardon” i pirati, si vedono nel momento del bisogno.

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