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mercoledì 25 gennaio 2012

E ORA DOVE ANDIAMO? di Nadine Labaki


E ora?.....

Chi avrà piu’ il coraggio di dire che le donne in medio oriente non hanno libertà di pensiero?...
A metter in difficoltà i tanti “benpensanti” è arrivata in questi giorni persino la nuova pellicola di una “femmina audace, passionaria e fantasiosa” :Nadine Labaki.

Il suo “E ora dove andiamo?” è un film sfrontato e divertente, senza timori reverenziali ed in grado di muoversi tra le eterne e drammatiche contraddizioni dei conflitti religiosi del suo paese.

In un piccolo villaggio libanese le capre guardano sbigottite gli uomini, tronfi e sempre pronti a gridarsi addosso per un nonnulla e che contrappongono senza sosta “Dio ed Allah” (ma non sarebbero la “stessa cosa”?....) e, il Signore ce ne scampi, sarebbero pronti persino ad imbracciare i fucili, se non fosse che le donne di “stare alla finestra” davvero non ne vogliono sapere e pur di mantenere la pace e l’armonia sapranno inventarne…..
….una piu’ del diavolo!!...

Così la “Vergine” decide di parlare per bocca della moglie del sindaco mentre le altre cantano e scelgono l’hascish migliore……da cuocere in padella!!!….
………….una ricetta “particolare” giusto per evitare di finire nella brace!!...

All’occorrenza queste “mamme” tollerano che i loro figli frequentino locali equivoci e lussuriosi, ottenendone in cambio collaborazione per reclutare come “arma di distrazione di massa” quattro belle ballerine Ucraine (…più una omaggio!...)…
….e se non caverà le castagne dal fuoco “la madonna incollata” un segno “divino” di certo ce lo darà “Nostra signora dei Flipper”!!!...

La Labaki  “con disimpegno si impegna” e con grande libertà gioca con le contraddizioni e la follia delle religioni e degli uomini della sua terra, questi ultimi sempre dalla parte del torto e pronti solo a far gazzarra (i maschi escono davvero con le ossa a pezzi da questo film…) mentre alle donne tocca di risolvere ogni magagna oltre che di piangere lacrime amare (…e di sangue…)…

“E ora dove andiamo?” (dove la regista è anche attrice e si ritaglia il ruolo della bella proprietaria del bar….) è un insolito film dove coesistono “dramma, movimento e divertimento” e dove la giustezza della ragione con semplicità viene difesa e portata in superficie con serenità ed allegria, ma è un racconto anche capace, nel momento in cui la morte vi si affaccia e la fede vacilla lasciando che tutto scolori tra dolore e rabbia, di supportare con vigore e credibilità sufficienti anche  le atmosfere meno giocose, riuscendo a non disgregare la buona unità d’insieme della pellicola e la sua improbabile ma di fatto ben riuscita amalgama “sui generis”….

Uomini con la fronte “sporca di croce e di sangue” davanti alla chiesa come lupi si avventano su un bambino con le stampelle…

Uomini divisi anche da morti….

Donne stanche ma di certo non arrese…
….e che sanno ben capire, con velocità e lungimiranza, ogni volta dove “sterzare” e quale sentiero percorrere…
Fosse anche il piu’ “peccaminoso”, di certo sanno bene che le porterà dritto in paradiso!!...

Il film della Labaki (a fortissima propulsione femminile!....) artisticamente non ha “nulla a pretendere” ma di certo il suo humour dall’innesco serissimo ed il suo grimaldello che si industria per scardinare i lucchetti censori e beceri delle mortali diatribe di religione sono ben efficaci; puo’ vantarsi inoltre di un respiro ed una libertà non comuni oltre che di una inventiva davvero interessante e capace di regalare persino due ore spensierate tra le pieghe del dramma piu’ vero che c’è!...

Va dritta al sodo questa regista Libanese, e lo stesso “deciso affondo” ordina alle protagoniste del suo racconto, che difatti non stanno ferme nemmeno un minuto ed hanno sempre in mano il colpo che risolve la partita, ad ogni avvenimento mantengono le redini ben salde tra le mani…

Moschea e chiesa all’ombra dello stesso sole…
Una situazione, purtroppo, pericolosa e fratricida….

…..ma se non lo farà Dio, il mondo allora lo salveranno le donne…..
………..che intanto, narrano le cronache cinematografiche, si “allenano” a far miracoli in un piccolo villaggio del Libano….


 FRANCO – 25 GENNAIO 2012

venerdì 20 gennaio 2012

SHAME di Steve Rodney McQueen


Brandon (Michael Fassbender) è un bell’uomo e in apparenza vive una vita tranquilla… ….quantomeno ha un lavoro ed una casa moderna e confortevole.

Inoltre è dotato di una forte attrattiva sulle donne, che magari si negano al suo principale ma a lui concedono velocemente e volentieri un amplesso, persino in strada….
Eppure per Brandon le donne sono un problema, anzi….. lo è il sesso; è afflitto da una vera e propria ossessione che lo porta a cercarlo (…ad averne bisogno!...) ovunque si trovi e pressappoco in qualunque momento della giornata: locali per rimediare relazioni fugaci, prostitute......ma anche film pornografici...... masturbazioni…

Ora, da qualche giorno,  da lui è venuta a vivere una ragazza: si chiama Sissy (Carey Mulligan), ma con lei non si concede divagazioni peccaminose (ed è l’unico “caso”…o quasi!...)....
Certo nel suo passato di ragazzina  doveva annoiarsi parecchio, al punto che del tedio della vita (….) porta ancora i segni sui polsi…..
Adesso però sta cantando una versione di “New York New York” davvero intensa e commovente….

Asfissiante e bellissimo allo stesso tempo questo secondo lavoro per il cinema di Steve (Rodney) Mc Queen, quarantatreenne londinese che viene da altre discipline artistiche (scultura e fotografia…e si vede!...)  ma che ha già esordito nel cinema raccogliendo unanimi applausi con “Hunger” (….austero, esteticamente inappuntabile e MAI uscito in Italia!....), storia di Bobby Sands, piu’ che giustamente premiata a Cannes 2008 con la “Camera d’or” per la migliore opera prima …

In “Shame” tutto è sofferto, claustrofobico….nulla è mai liberatorio…

Fassbender è un volto ora sfocato nel buio di una metropolitana, poi è una silhouette sbiadita tra il vetro e l’acqua di una doccia….è un uomo sempre deformato dallo specchio che lo riflette, costantemente prevaricato dalla sua ombra....
…... anche adesso che, solo, guarda dalla finestra il mare sovrastato dal buio della notte…

Cerca “godimento” e trova sfoghi compulsivi….
A sua insaputa ma probabilmente senza troppe resistenze “capitolerebbe” tra le braccia di di una relazione amorosa, ma come fare se avere un rapporto affettivo  non gli sembra neppure realistico (e la sua collega gli domanda allora delucidazioni stupite sul perché uscire con una donna?...)
….Infine cerca, (in)consapevole, espiazione al bancone di un bar, facendo il filo davvero troppo spinto alla sua ennesima estemporanea conquista femminile….

McQueen sta sempre incollato su Fassbender, “gli stringe il campo addosso” fino a farcelo percepire molte volte  come un leone in gabbia, un prigioniero (…della vita…) ansioso, agitato ed ansimante… Spesso i confini dello schermo paiono per lui quelli di un carcere del quale lui tocca continuamente le mura senza riuscire mai ad evadere…

“Shame”, coraggiosamente e senza nessuna curiosità pruriginosa (pur mostrandoci niente di meno del “necessario”….) prende di petto la tematica del “sesso come droga”, una delle tante compulsioni del nostro tempo…
…una delle piu’ importanti: …..

SESSO:....quanto?.....tanto!…..spesso…..troppo?.....Sopravvalutato e dominante....

E quanto corrotto da abitudini, costumi, “derive” e devianze di vario genere?...

Questo elegantissimo regista non ha timore a rimestare negli istinti che albergano, seppur in forme e “dosi” differenti, in ogni essere umano…
Certo, nella pellicola in questione, nei protagonisti traspare con nettezza un passato poi sconfinato in un presente patologico, ma abbiate comunque l’occhio e l’acutezza di “gestire il vostro sguardo” gettandolo anche in “campo aperto” e vi accorgerete di poter distinguere, non solo fra le righe, molto altro oltre la storia personale di Brandon…

Di tanto in tanto, un sottofondo musicale inquietante che pare una costola staccata dallo spartito de “La sottile linea rossa” di Malick sale e pervade il nostro animo già divorato da questo film dove tutto è sorrisi tirati e gioie inesistenti, oppure centellinate con il contagocce…
Tutto sembra rubato, fatto in fretta e mai si affaccia un briciolo di tranquillità duratura a regalare ristoro…

Da una donna ad un’altra….e un’altra ancora….
Vera, virtuale…… Desiderata…..forse?........comunque non amata…..non “amabile”…
…........in fretta perduta….dimenticata!...
Come bruciato da una febbre tutto lo scorrere di “un tempo ferocemente dilatato” sembra “immobilmente confluire” verso un medesimo traguardo, ogni azione tesa ad ottenere una unica finalità che però, una volta raggiunta, nulla regala di rinfrancante….MAI!!...

Un grido di dolore contemporaneo!….
Affresco di un malessere che travalica il suo confine verso la “malattia” ed invade il territorio del quotidiano, mischiandosi all’abitudine, facendosi norma deleteria, erodendo fette consistenti di respiro e di vita in cambio di un “nulla di fatto” che pero’ regala, veloci e subito, “fremiti e pulsioni disordinate….fiammate istantanee che paiono passioni”…..ed in realtà tutto uccidono lasciandoci “abbracciati” soltanto a  dolori lancinanti…

Non c’è nemmeno l’apoteosi godereccia che ci piacerebbe immaginare, per quanto sarebbe  limitata all’attimo nel quale dovesse divampare….

Tutto cio’ che osserviamo nel film di McQueen (...e credevamo di conoscere....) adesso è “a carte scoperte”…..
…..Ovvero quel che presumibilmente l’immaginario comune ci rimandava come “bello e desiderabile” sembra l’inferno in terra…
Fatto solo di carne….e senza fiamme!....


FRANCO – 20 GENNAIO 2012



mercoledì 18 gennaio 2012

L'ERA LEGALE di Enrico Caria


Anno 2020…
Nicolino Amore è il Sindaco di Napoli che ha sconfitto i rifiuti e pure la Camorra…
….. e si è guadagnato il rispetto del mondo………….. e degli Americani!...

Le statuette di S.Gregorio Armeno ora ovviamente hanno anche il suo volto….. ma così anche le copertine di “Spider Man”!!!....e questo davvero è  un evento eccezionale….

Nato da una famiglia povera (la mamma una contrabbandiera con le sigarette incastrate tra i seni prosperosi per attirare i clienti ed il padre posteggiatore abusivo ed alcolizzato), Nicolino conoscerà il carcere e lì le vessazioni inflittegli del cantante neo-melodico “Dario di Procida” (autore di “hit” come “T’aggià sparà”…) ma incontrerà anche “i libri” (Spinoza, Cartesio, Giordano Bruno e tutti i “filosofi razionalisti”…) e capirà una volta di piu’ che un uomo non è certo libero “con l’indulto” ma solo…… quando è libero “dentro”…

Lontano, a Londra, si ammalerà di nostalgia e la cura possibile sarà soltanto una: “Sole, pizza e amore”…
Eccolo dunque di nuovo a Napoli, pronto a divenire  “il domatore della politica”, dalla cassetta della frutta sopra la quale comizia alla Galleria Umberto (in puro stile Hyde Park Corner...) va dritto in televisione a sfidare  “i professionisti del potere” che conoscono a menadito i prezzi della vita di tutti i giorni: pane, latte….e le tangenti che vanno dal 12 al 15 percento!!!...

Un imprenditore che produce batterie gli “darà la CARICA” (ovvero gli sosterrà la campagna elettorale)  e la vittoria arriverà facile ed inaspettata…
Quindi le ovvie (..ed occulte...) rappresaglie a base di spogliarellista Bulgara e commessa del supermercato di Cuneo che lamenta di esser stata sedotta e abbandonata con figlio a carico ed a seguire le sedute nel Consiglio Comunale, che però pare esser piu’ un’arena infuocata,  dove volano insulti, aerei di carta e ondivaghe citazioni in latino…

Ma….”ANDRA’ TUTTO BELLO”….lo dice anche Giancarlo Valentino su Internèt!!!...
E così dopo i surreali “accordi della caponata” con il CentroSinistra, l' “accordo della salsiccia e friarelli” con il CentroDestra (senza dimenticare l' “accordo del polipo verace” con il “CentroMergellina” e  quello del “piatto vuoto” con i Radicali) ed un momentaneo cedimento alle brutture della politica ed al fascino del potere e dei soldi, ecco arrivare  presto riscossa e redenzione e  quindi “L’operazione MO’ BASTA” (realizzabile, badate bene, grazie a “leggi federaliste” che conferiscono al Sindaco “carta bianca”....), dove dalle retate nella notte si salveranno aL massimo i criminali sonnambuli e che cambierà (…invertirà…) le cose a tal punto che i cervelli fuggiranno da Harvard ed Oxford per fare ritorno in una ridente “Campania Felix”, tutta morale e pale eoliche e dove, se provi a scappare dalla pizzeria senza pagare ti inseguono direttamente i clienti e mica solo il padrone…

Con stile decisamente ironico Enrico Caria, regista e sceneggiatore, monta un “finto documentario”  che a vederlo oggi pare pura fantascienza ma che ovviamente allude ad un futuro migliore (...possibile?...) e radioso per la città di Napoli, dispensando fin  troppa ottimistica speranza e che, difatti, si propone con evidenza  uno scoperto obiettivo di “esortazione morale”.... 
Nel ruolo di protagonista la star di “Un posto al sole” Patrizio Rispo, conciato come un dimesso De Gregori e  contornato poi da alcuni esilaranti ma marginali comprimari (il papa’ alcolista che “lascia il bicchiere per attaccarsi direttamente alla bottiglia”,ad esempio….), ma soprattutto una raccolta di “testimoni del nostro tempo” del calibro di Tano Grasso, Carlo Lucarelli, il procuratore antimafia Macrì, il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo e la giornalista francese del “Nouvel Observateur” Marcelle Padovani, tutti nomi eccellenti e referenziati con il compito principale di tirare l’imboscata alle fortune (in termini di potere e denaro....)  che il proibizionismo porta (…da sempre…) alla criminalità organizzata….
……….. e di fatto creando un lungo inserto di informazione all’interno del film per spiegarcelo!

L’obiettivo “istruttivo” è senza alcun dubbio condivisibile, le idee anche, ma con altrettanta certezza è inevitabile constatare l’appesantimento che questo “compito didattico” imprime alla  pellicola nel suo complesso, andandone a marcare forse troppo il procedere, specie  da un certo punto in poi, quando l'antiproibizionismo sembra diventare la panacea di ogni male, e sicuramente modificandone l’impronta leggera e “fintamente svagata”,  oltre che restringendo di molto il “campo d’azione” quasi ad una sola tematica….

Ora è  “Il mago di Forcella” con le sue “Cuorna e Bicuorna” a spianare la strada al futuro… (addirittura!!!...)….
Ora invece c’è un affermato giornalista a raccontare che, come in Sud America oggi o negli U.S.A. ai tempi di Al Capone, non era certo la società civile a trarre vantaggio da certe censure che non fermavano affatto le trame criminali ed i  loschi traffici….

Comunque sia certamente  “L’ora legale” di Caria ottiene  il suo obiettivo di intrattenere divertendo e nel contempo spargendo semi di informazione e di speranza,  pagando il dazio di questo tipo di “impostazione” in termini di “estetica e coesione cinematografica” ma riuscendo comunque a mantenere una sufficiente “verve” di viva originalità…

….Con la camorra, insomma, non è affatto detto che si “DEBBA” convivere, anzi, tutt’altro…ma è ovvio che gli uomini “da soli” hanno piu’ paura, e se quindi un giorno dovesse arrivare un Nicolino Amore che  offre il petto sfidando persino il Vulcano che sembra voler eruttare, beh…
………..allora le cose davvero potrebbero prender una strada diversa….

Certo, alla fine, rimane  forse un inevitabile effetto “Bignami (….rivolto ad “adulti  con un coraggio da poppanti”…) eppure chi potrebbe mai negare, nessuno escluso,  che al sud tutto si fa per “affogare la cultura nel lavoro” o che “la furbizia porta all’autodistruzione”…..

Rifiuti, ignavia, criminalità, droga…..
Che sia un film, un libro o un magistrato ad argomentarne, il problema è di certo enorme come una montagna e non basta certo parlarne con toni leggeri, ma neanche seri e puntigliosi, per risolverlo….

Nemmeno basta fare la cosa giusta……
….bisognerebbe, assolutamente, fare la cosa che funzioni!!!...

FRANCO – 18 GENNAIO 2012

ITALY LOVE OR LEAVE IT di Gustav Hofer e Luca Ragazzi


Luca e Gustav vivono a Roma ma ora debbono cambiar casa ….
Uno è nato nella Capitale mentre l'altro è Alto-Atesino…
Molti dei loro amici si sono già trasferiti: a Berlino, Parigi, Londra…in Svizzera…Nuova Zelanda!...
Il lavoro....le “opportunità”....il futuro dei loro figli: queste le ragioni che li hanno spinti altrove...

E allora, per prendere una decisione su dove traslocare, i due “registi-amici...(...amanti...)”, montano a bordo di  una (…tante…) cinquecento e girano l’Italia “osservando, chiedendo alle persone, discutendo con gli altri ed infine prendendo atto delle testimonianze raccolte....
Per capire “chi siamo, chi eravamo e dove siamo arrivati”…
Conoscerne anche il perché è un compito che si rivelerebbe davvero piu’ difficile e magari ci vorrebbe un altro (…o meglio...”molti” altri!...) film…

E parte un viaggio in lungo ed in largo nel paese che ha vinto 57 oscar….20 premi nobel….
….e quattro mondiali di calcio!...
Il “solito” popolo di “santi, eroi, navigatori…..pensatori….”

A Torino la Fiat non è piu’ la “madre dei nostri figli” e nemmeno dispensa  lavoro per gli operai….Progresso e benessere per la nazione, quello già da un pezzo non ce n’è piu’ da queste parti….
…e poco distante (…150 km…) , ad Omegna, la ex-fabbrica della Bialetti è un santuario, un ricordo dei tempi rampanti che furono….
E’ rimasto solo un “omino coi baffi” di cartone: ora si produce in Romania, a minor costo  ma con “maggior disastro sociale”…
….passando per il lago di Como Luca e Gustav lasciano una caffettiera a casa di George Clooney!...

Prima di andare a Rosarno, dove dopo due anni nulla è cambiato e si lavora ancora in condizioni disumane e per venticinque euro al giorno, si punta l’attenzione sull’Italia in mutande (Giuliano Ferrara, Daniela Garnero “ancora” in Santanchè & Co. ….) che fa il bucato per “lavarsi la coscienza”….ma senza sortire effetto alcuno!...
Con Lorella Zanardo (autrice dell’interessante documentario “Il corpo delle donne”) e l’aiuto di una animazione “incisiva, sintetica, deformante quanto interessante”, facciamo il punto sulla condizione femminile ad oggi: la donna “quarto di bue” che ha paura di perdere lo sguardo d’approvazione dei maschi e “pasce” il suo immaginario all’ombra di una immagine dopata, creata da un debordante e continuo “refrain” televisivo che la vede sempre in abiti piu' che succinti vicino ad un uomo piuttosto avanti con gli anni, VESTITO, distinto (…..) e con un microfono in mano…

A Predappio invece, patria del Duce, si conserva gelosamente una bottiglia di olio di ricino che ha “marciato su Roma” ed allora forse la vera dimensione della nazione possiamo misurarla meglio spostandoci sulla riviera Romagnola, dove “l’Italia in miniatura” rende con giustezza quale sia l’attuale unità di grandezza di un paese tristemente schiavo degli “status symbol” e di una incessante e becera dittatura televisiva…

…Eppure a Bivona, in Sicilia, Ignazio Cutro è un esempio di come un imprenditore (e un UOMO…) possa esser coraggioso, addirittura eroico nel suo sfidare la mafia e il pizzo, per nulla codardo, anzi,  assolutamente testardo nel non voler abbandonare “La PATRIA” e la tenzone a rischio mortale…

A fare una prima sintesi di questo lungo ed interessante viaggio, ci pensa intanto da par suo e come da scrittore gli compete Andrea Camilleri: “Abbandonare è diserzione… e quando lasciamo libero il campo, questo viene occupato proprio da coloro o da quello da cui stiamo scappando”…

Sullo sfondo di discorsi difficili, a tratti scoraggianti sulla NOSTRA ITALIA ridotta ad una metaforica (ma non troppo...)  latrina abbandonata, ancora splende la sabbia della Sicilia, il suo mare azzurro ed un cielo paradisiaco….le fronde e il vento….

Acitrezza è bella….
….ma subito dopo a Giarre (capitale della speculazione edilizia  con il suoi “12 ecomostri”) torna lo sconforto e nonostante siano ammirevoli le capriole folli e disperate con le quali alcuni ragazzi si industriano facendo nascere dalle brutture e dagli abusi il “Festival dell’incompiuto Siciliano”, è impossibile dimenticare che in una nazione dove il paesaggio è difeso persino nella costituzione (Articolo 9) si cementifica ogni giorno l’equivalente di 251 campi di calcio…
Ma ancora, poco distante dalle violazioni che hanno deturpato (…non per sempre!...) il suolo natio, ecco la meraviglia di “Le Castella” (location di “Monicelli e Brancaleone”….)
“L’Italia è così” dice Luca “devi concentrarti solo sulle cose belle”….

Ad “Isola Capo Rizzuto” (Calabria), una donna lotta nella regione seconda solo alla Campania per lo smaltimento illegale dei rifiuti ….nel cuore della ‘ndrangheta, il Sindaco Carla Girasole è un altro esempio di coraggio e legalità…(…a Napoli invece l’attrice Loredana Simioli prova a stimolare l’attenzione dei suoi concittadini con il suo televisivo e comico “Centro Munnezza Meteo….) ….

Dalla Calabria infine alla Puglia, dove Nichi Vendola conferma che le buone ragioni per scappare sono buone anche per rimanere, in questo NOSTRO PAESE figlio di molti parti e travagli…..
Bisogna rimanere per provare a scalare la montagna tutti assieme…

“Italy: love it or leave it” è un po’ road movie, un po’ inchiesta giornalistica, ma soprattutto una ricerca “interiore ed esteriore” del nostro “mondo perduto”, della nostra morale e della nostra coscienza “bruttate” (…speriamo non irrimediabilmente…), un “declino” testimoniato da immagini agghiaccianti come quella dell’orribile istantanea (purtroppo piuttosto recente…) che ritrae gente che continua a prendere il sole in spiaggia con un cadavere vicino coperto da un asciugamano o portato via in una bara….

Quando siamo diventati così cinici?...
Quando abbiamo dimenticato che il nostro presente è debitore del nostro passato di migranti e come è possibile allora adesso il nostro illogico (...e spaventato...) modo di porci nei confronti di genti che percorrono (in altri periodi e luoghi storici….) il nostro stesso cammino di un tempo?....
Lo stato è sempre piu’ assente e l’unico vero ammortizzatore sociale rimasto è la famiglia….o quel che ne rimane…

Italiani: brava gente?...
Chissà….ma intanto oggi, “se gli metti un dito nel culo non sanno come si fa a tirarlo fuori….eppure è facile….basta spingere!....”
….certo non è il massimo dell'eleganza l'espressione di una donna intervistata ma rende piuttosto bene l'idea!...

Hofer e Ragazzi ci offrono l’ennesima fotografia cinematografica di un paese sempre piu’ allo sbando ed in balia di se stesso ma cercando di prestare occhi ed orecchie piu’ alla speranza che allo scoramento, arrivando, probabilmente perchè “VOGLIONO” piu' questo risultato rispetto ad un  altro, ad una conclusione di un qualche sollievo anziché no...….

“La vita è troppo breve per non essere Italiani”..

Eccola infine la nuova abitazione di Luca e Gustav….
Ed eccoli posare gli scatoloni in terra, tirare fuori i libri e sistemarli sopra i mobili…
…..aprono la finestra: di fronte c’è il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II

E' Roma.....
Quella che si agita per le strade appena sotto il davanzale è (…ancora…) ITALIA!.....

FRANCO – 18 GENNAIO

giovedì 12 gennaio 2012

J.EDGAR di Clint Eastwood

J.Edgar Hover: “semplicemente” uno dei personaggi piu' importanti e determinanti nella storia dell'America del secolo appena trascorso....
Per ben quarantotto anni sulla cresta dell'onda mentre otto presidenti della nazione sfilavano sotto i suoi occhi (...e le sue grinfie!...)...
Un uomo tanto sicuro da tirar dritto come un treno quando si trattava di prender decisioni importanti e che trattava alla pari e con una naturale sfrontatezza i suoi superiori; capace di metter da parte i problemi in pubblico ma balbettante nel privato delle sue emozioni, forse al punto da soffocarle o reprimerle...

Clint Eastwood con appassionata curiosità dedica un paio d'ore del suo lavoro di regista a questa figura e Leonardo Di Caprio gli presta volto e bravura.....
Assieme danno vita ad una carrellata che parte dal 1919 e per la precisione da alcuni “dimenticati” attentati che sembrerebbero esser la radice dell'odio anti-comunista di Hoover e da li subito fino alla grande depressione......
…...poi accenni su Roosvelt (e sua moglie....).....e dopo la seconda guerra mondiale “I Kennedy” (...molto “en passant”....) e, soprattutto, il riflettore puntato sul caso ai piu' forse meno noto, ma assai importante, del rapimento del figlio di Charles Lindbergh e della cattura e condanna del suo carnefice, l'immigrato tedesco Bruno Hauptmann.

A tratti questa biografia del creatore del “Federal Bureau of Investigation”, concepito in una struttura simile a quella odiernamente conosciuta, ammicca al giorno d'oggi o comunque cerca, seppur molto indirettamente, il confronto con il nostro presente...
Di sicuro descrive anche la nascita di “un mondo”, di novità importanti delle quali anche l'attuale realtà è debitrice, e sarebbe a dire ad esempio l'investigazione di tipo scientifico e con i controlli incrociati, le perizie calligrafiche, la schedatura di uomini ed avvenimenti in archivio, l'uso dei dossier e la creazione della “macchina del fango” se questi non bastassero....insomma il concetto dell' “informazione come potere” e la gestione di questo.

Ed ancora l'uso della pubblicità e del cinema (...e dei fumetti...) per rendere “desiderabile qualcosa” (...ad esempio esser un agente federale piuttosto che un assassino...)....

….e poi la questione dell'illegalità..... e “qualcosa” di questa che viene in qualche modo “resa legale e fatta Stato” per ottenere piu' sicurezza e per contrastare la criminalità che raggiunge proporzioni “diaboliche” e, così viene affermato, mette la giustizia nella condizione di divenirlo anch'essa e tutto questo, davvero molto da vicino, ricorda alcuni nefasti provvedimenti presi nell'America piu' recente dopo l'11 settembre 2001...

La panoramica di Eastwood su questo arco di eventi e situazioni di per se già molto nutrita deve confrontarsi con un limite di tempo cinematografico forse non sufficiente a renderne a fondo importanza e peculiarità e comunque “il vecchio Clint” decide già a tavolino di dividere la sua “dote di circa due ore” dedicando ampia parte di queste alla sfera privata di Hoover, alla sua presunta omosessualità ed al rapporto “poco chiaro” con il suo braccio destro Clyde Tolson (Armie Hammer......al momento di passare al trucco invecchiato “malissimo”!....), quindi anche il rapporto “di estrema dipendenza” con la madre e tutto il corollario di piccole sfaccettature umane di questo “ometto pignolo e bugiardo” ma che comunque, al di là delle considerazioni sul bene o sul male, giustamente occupa un posto di assoluto rilievo nella storia del suo paese...

Il risultato d'insieme rispetto al consueto modo di lavorare del regista americano pare esser stavolta un pochino piu' convenzionale, meno audace e personale, forse dunque piu' scontato e magari troppo incline sul finale a cedere alle atmosfere melo'-romantiche, lasciando invece da parte gli affondi piu' pesanti e coraggiosi sui lati oscuri (...molti dei quali verosimilmente “solo ipotizzabili”....) di Hoover...
…..........comunque un lavoro apprezzabile!......

Molte “testimonianze e riscontri” concordano nel dire che quest'uomo avesse a cuore, prima ancora di metter in opera quel che occorreva per la sicurezza del suo paese, di poter accedere alla eterna adorazione da parte della “sua gente”, ma se è vero che il retaggio di un uomo si giudica poi da come si conclude la sua storia, con buona probabilità non è esattamente questo il tipo di immagine che aveva sperato di lasciare alla storia...

Ma, se puo' esser di consolazione, chi è morto non puo' certo sapere cosa di se penseranno coloro che rimangono e quel che viene dopo la sua dipartita gli è inaccessibile e imperscrutabile, giusto quanto i misteriosi ed introvabili fascicoli che lo stesso Hoover conservava e “creava” a centinaia assieme al lavoro del suo esercito di agenti senza scrupoli...

…...in fondo una piccola “nemesi insoddisfacente”, neanche lontanamente in grado di pareggiare i conti e fare giustizia con la mole imponente dei segreti e delle questioni irrisolte lasciate sul campo, e comunque, come sempre in questi casi, giunta abbondantemente oltre i limiti di tempo necessariamente auspicabili....

FRANCO - 08 GENNAIO 2012