Del film di Hazanavicius credo andrebbe chiarito anzitutto quale potrebbe essere il principale e probabile elemento di divisione nel giudizio che gran parte degli spettatori andrà ad elaborare, ovvero se doverlo considerare “lezioso” oppure “delizioso”, ed io, per chiudere il preambolo e non lasciare dubbi sul campo, mi iscrivo con buona convinzione alla seconda schiera…
“The Artist” è sicuramente una miniera di “omaggi e citazioni” ed intriso, per la sua stessa natura ed il contesto temporale dove si trova a doversi proporre oggi, della sensazione di trovarsi di fronte ad un perenne “deja-vu”, ma credo che Hazanavicius abbia azzardato qualcosa di piu’, con inappuntabile equilibrio, classe ed eleganza…
Nella sua storia fondamentalmente “romantica” (altro difetto?.... oppure possiamo accogliere la cosa con cuore aperto?...) tra un attore del cinema muto (George Valentin /Jean Dujardin) all’apice del suo successo e la starlette (Peppy Miller/Berenice Bejo) che lo diverrà grazie all’avvento del sonoro, si innestano in “The Artist” diversi “testi laterali” attraverso i quali poter riflettere, ad esempio, sul paradossale “progredire” (…!...) di una “civiltà dell’immagine” molto simile a quella che conosciamo oggi proprio mentre agli attori viene concesso il lusso di poter parlare e non solo “mostrarsi” ed insieme abbiamo l'occasione di avanzare considerazioni sull’orgoglio che talvolta non ci consente di vedere dove va il mondo, di scegliere “da che parte e come seguirlo” e così facendo rischiare di venir travolti dalla nostra cecità (è quel che accade al protagonista che precipita in rovina e ad un passo dalla sua stessa fine…)
Hazanavicius decide di “parlare” attraverso il suo lavoro evidenziando a suo carico elementi di acuta intelligenza, notevole semplicità e gran classe ed accortezza…
Senza parole per scelta, musica a parte, centellina i suoni solo laddove vuole evidenziare, colpire, stupire, sorprendere (esemplare ed ottimamente riuscita la realizzazione dell’incubo del protagonista, con trilli di telefono, risate e persino il sibilare del vento a far paura al malcapitato, fino all’esplosione al suolo di una piuma che si “schianta letteralmente in terra”….) e pure in tutto il film alcune trovate sono gustose se non geniali (Dujardin preso a fucilate da se stesso e minacciato da lance di indigeni al banco del bar, dove affoga nell’alcool dispiaceri e disgrazie…)...
Tenera ed assai graziosa la scena in cui Peppy Miller flirta nel camerino con una giacca...
“The Artist” racconta del tramonto del cinema muto, lo “celebra” e ne rinverdisce i fasti, facendoci notare come non sia affatto detto che non si possano ancora usare le sue armi al tempo d’oggi (già Kaurismaki qualche anno fa ce ne aveva dato conto anche se con differente scelta stilistica grazie al bellissimo “Juha”...); disegna un breve percorso di “disgrazia ed espiazione” a lieto fine programmato, utilizza personaggi rassicuranti come l’amico a quattro zampe (finalmente un “attore cane” del quale parlar bene!...) o il fido maggiordomo Clifton (James Cromwell) recuperando ai nostri occhi, questo uno dei meriti, una innocenza ed un candore decisamente desueti nelle moderne proposte cinematografiche...
Su tutti svetta sicuramente Dujardin (premiato a Cannes come miglior attore protagonista), quello che ride, applaude, ascende e crolla e risale dopo aver assistito dall’ultima fila dell'amata sala cinematografica al suo stesso irreversibile declino, inghiottito dalle “sabbie mobili” del nuovo”…
Quello che con un colpo di matita si condanna con le sue stesse mani e regala un nuovo “punto” (!) di interesse a chi sta per emergere dall’anonimato con suo stesso stupore e lo scanserà per sempre dalla ribalta….
Si rifiuta di parlare ma piange “Lacrime d’amore” mentre altri occhioni neri a pochi metri di distanza stanno rubandogli la scena e togliendogli la terra da sotto ai piedi…
Fino all’ultimo ciak, con sottofondo di “Fred Astaire” e via.....in punta di tacco!!…..
Voce… (finalmente?!...)
….Sospiro (sonoro!....)
STOP!!!....Perfetto!!...
Non abbiate paura con “The Artist” di trovarvi di fronte a chissà quale “noia lenta ed astrusa” e attingete invece a piene mani da queste “bomboniera” piena di delicati confetti, capace di sorprendere, divertire, commuovere ed appassionare...….
….Dopo “il primo assaggio”, abbiate fiducia, “divorerete” in un lampo tutto il resto...
FRANCO - 29 DICEMBRE 2011