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mercoledì 31 agosto 2011

THIS IS ENGLAND di Shane Meadow

Pellicola del 2006, pluripremiata in patria (ma anche da noi al Festival di Roma), esce sui nostri schermi solamente oggi (…perché?...impossibile fornire una risposta che abbia un senso…), ma questoThis is Englandsarebbe potuto uscire in una qualunque data lungo larco di unmezzo secoloa partire dal 1983 nel quale è ambientata, mantenendo probabilmente invariata la sua valenzasociale e culturale”…
 
Shane Meadow (Classe 1972) parte da elementi autobiografici (da ragazzo ha vissuto personalmente la realtà delle bande di strada e skinheads), sa quindi di cosa parla e per raccontarcelo sceglie un protagonista dodicenne, paffutello e sfacciato (un simpatico e molto bravo Thomas Turgoose, semplicemente perfetto per la sua parte), gli si incolla addosso e seguendolo si prende la briga di mostrarci un panorama molto ampio di quello che era (…è?...) il  suo paese natale, avendo forse in mente di porre davanti ai nostri occhi quasi gli albori dellInghilterra odierna, percorsa dai primi forti risentimenti razzisti e che veniva profondamenteadulterata e contraffattadallaLady di Ferro”,  spinta irreversibilmente verso i conflitti sociali ed economici che esploderannoviolenti e mutanti nel presente di oggi
 
Da un fitto affastellarsi di apparecchi sui denti e trucchi improbabili, birra e sigarette, tatuaggi e basettoni, “Dr.Martensed iniziazioni (…e persino un piccolo machete…), Meadowsviluppauna nitidissima fotografia dinsieme della suaIsola”, ovvero dellImpero piuantico ancora esistente al mondo, sempre piuscosso dai tumulti della globalizzazione e del progresso, forse poco visibili trentanni fa ma impossibili da sottovalutare adesso.
 
Con precisa tempistica di regia e di racconto (Meadow è anche sceneggiatore della sua pellicola) ed un uso misurato ed intenso diprimissimipiani, viene proposto un campionario didifferenti ma affini tipologie umane”, concatenate con equilibrio e pure sufficiente ironia, senza approfondirne davvero nessuna (a parte quelle di Combo/Stephen Graham e Shaun/Thomas Turgoose)   ma avendo cura di regalare ad ognuna una sua precisa credibilità e naturalezza, evitando abilmente la trappola degli stereotipi ed anzi riuscendo a passare in rassegnamotivazioni e difficoltà differentiche spesso arrivano allo stessodisperato approdo”, pur partendo da posizioni a volte dissimili
Piuchemondi a confrontosonomondi che coesistono e mutano e si contaminano assiemee Meadow nonisola niente”, tiene ben saldo il quadro generale e fa in modo che ai nostri occhi ed alla nostra mente sfugga ben poco di quanto tenta di mostrarci, sottotraccia ed in superficie….
 
Una sputo……..e una linea da valicare o non oltrepassare
Uno sputo…….ed una stretta di mano che porta verso il mondonerodegli adulti
 
Frustrazioni, rabbie e delusioni convogliano verso ilNazionalismo degli impauriti che tacciano gli altri di vigliaccheria e spaventoin un conflitto etnico/sociale di inquietante ma purtroppo prevedibilissima  attualità, datato solamente dallaffacciarsi di tanto in tanto della voce di Margaret Tatcher e dalle navi al largo delle Falkland (…altre guerre, uguali drammi…)
 
This is Englanda tratti pare seguire spensierato lemarachelledelle bande di giovani al limitare della criminalità, le loro prove dirabbiamascherate da divertimento
poi quando torna dal carcere un giovane divenuto adulto, assetato dicarezze e voglia di comandare”, nel tempo di un racconto su di un budino rubato si dissolve ilrispetto” (…!…) ed emergono tensioni  che non scompariranno piu’, ovvero il film siappropria definitivamente del suo vero registroed alternerà fino alla fine unadensa leggerezzacontrapponendola alle tinte forti del colore della violenza e dellesclusione sociale ed affettiva
 
Nessuno è veramente colpevole….nessuno è veramente innocente
La vita non consente, spesso, di stilare gli elenchi separati dei cattivi e i buoni….
 
E mentre laCroce di San Giorgioinabissa il suo bianco e rosso tra le onde del mare, (laddove dovrebbero forseannacquaree confondere la loro identità tutte le bandiere del mondo…) si delinea con nettezza la falsità  dellassunto che recitaGli uomini veri non piangono mai”, che certo potrà ben divenire vero a stretto giro di posta,  forse nemmeno in capo a troppi anni, quando questi di lacrime ne avranno versate talmente in abbondanza da averle terminate

FRANCO - 31 AGOSTO 2011