Cronenberg mette sotto il suo “fascio di luce” Carl Jung , Sigmund Freud e Sabina Spielrein, ritagliandolo per i nostri occhi come un triangolo a distanza e differito nel tempo, una figura irregolare e che invece ambirebbe a svelare ogni segreto del matrimonio indissolubile fra corpo e psiche con una “impossibile” e scientifica perfezione, ed all’interno di questo perimetro il regista Canadese agita domande ed istinti scoperchiati “ufficialmente” all’inizio del secolo scorso ma forse fin dall’alba dell’uomo capaci di mutare il cielo azzurro in un delirio d’acqua in tempesta…
Toglie dal primo piano il vivo dei corpi che abitavano gran parte dei suoi lavori precedenti, abbandona le sue tipiche “visive inquietudini biologiche” per concentrarsi sulla mente e ci mostra il dottor Jung, agli albori del ‘900, alle prese con i primi vagiti della “cura delle parole”…
…..ad alcune di queste come “sesso”, “famiglia” e “divorzio” si oppongono tempi di reazione piuttosto lunghi in risposta…
Sabina Spielrein, giovane russa di origine ebrea (che diventerà poi una famosa esponente di nutrite teorie sulla psicologia infantile nonchè fondatrice degli “Asili Bianchi”) gli da le spalle raccontandogli con fare agitato e balbettante dei suoi fantasmi; ne impersonifica le ansie una Keira Knightley che nelle prime sequenze sottopone le sue espressioni a trasfigurazioni spinte, contorce arti e mascelle fino ad esser dovuta probabilmente risultare parecchio indigesta alla sua doppiatrice italiana (...un esercizio estenuante inseguire il movimento delle sue labbra scattose...)…
I risultati delle sperimentali pratiche mediche se non soddisfacenti sono quantomeno sorprendenti: rivelano già la possibilità di un continuo scambio dei ruoli tra paziente e professore e non dipende dal fatto che i russi possano esser refrattari alla psicoanalisi ma è che, spesso, la mente è una montagna troppo alta da scalare fino in cima…
……ed è scontato che “i sani di mente hanno dei limiti seri”….
I protagonisti scelti da Cronemberg ci mostrano scampoli del loro lato oscuro, alcune proprie “ipotetiche” perversioni, abiezioni…oscenità… esibiscono gran parte dei “naturali istinti” che governano in modo oscuro ogni loro comportamento o pensiero, anche a loro (…nostra…) stessa insaputa….
Freud (Viggo Mortensen) in fondo altro non è che un novello “Colombo”: ha poggiato il piede sul “nuovo mondo” ed ora sa che esiste….Ha aperto una porta e da quel varco ora passano, vestiti di nuovo, interrogativi sconfinati che vengono dal mondo dei sogni, ossessioni inalienabili su come il sesso sia sempre strettamente connesso alla nostra natura. Protetto da un alone di apparente impenetrabile calma e sicurezza è dogmatico e paterno….non mette in discussione la sua autorità e così facendo potrebbe rischiare di perderla…
Jung (Michael Fassbender) segue, impara….ammira ma non si accoda: non crede alle coincidenze; per lui nulla accade per caso ed ogni avvenimento ha il suo significato, ed una sua risoluta intima sicurezza lo porta a credere che per forza esista piu’ di un cardine a tenere insieme l’universo…deraglierà persino verso poco scientifici “misticismi”, avrà “illogico” sentore del sangue che sta per riversarsi sull’Europa (…alle porte la II Guerra Mondiale….)
...L’imperativo della ricerca sarebbe quello di non reprimere istinti e pensieri, semmai liberarli, anche se questi scateneranno poi forze difficili da dominare…
Il piacere non è mai semplice?... oppure è semplicissimo e siamo noi che lo complichiamo?...Per quale motivo profondiamo tanti sforzi nel cercare di soffocare i nostri piu’ elementari impulsi interiori?
Il dottor Gross (Vincent Cassel), un medico disturbato (forse?...) e tossicomane definisce la monogamia un concetto “logorante”, il bisogno innato che nutre ogni società di operare un qualche dominio sulla sfera sessuale di se stessi e degli altri….
………e se fosse anche per questo che gli ospedali traboccano di gente? (…e le strade di infelici…)....
Mai reprimere niente……Mai passare davanti all’oasi senza fermarsi a bere…
Le nevrosi altrui sono seducenti e risvegliano la paura di rimanerne coinvolti e persuasi…
Ad osservare con libertà intellettuale il piano infinito che mette in fila gli esseri umani si potrebbe far fatica a distinguere chi è il medico e chi il nevrotico, il pazzo o lo scienziato: ma la pazzia poi esiste per davvero?...
Senza le sue “manipolazioni sulla carne viva e pulsante” Cronenberg non accusa disagio ma dimostra anzi di saper perfettamente adattare se stesso ed il suo stile a questo differente approccio, e comunque gli argomenti nei quali va a rimestare sono di una materia davvero “impossibile da imprigionare o toccare” ma che ha strettissima relazione con la fisicità e gli istinti ed anzi bisognerebbe oggi piu’ che mai interrogarsi su quanto da questo “contatto” ci stiamo staccando, dirigendoci verso approdi virtuali che sempre di piu’ distorcono la nostra natura…
Questo spericolato cineasta con “A dangerous method” si ritrova volontariamente orfano dei suoi “corpi mutanti” ed obbligato a dover maneggiare soprattutto “parole”, che però sono piu’ ostiche a tradursi in “cinema” e tutt'al più possono lasciarsi ordinare ed amalgamare: Cronenberg si affida così molto alla penna del suo sceneggiatore Cristopher Hampton e lavora, defilato ma incisivo come suo solito, sulla continua interazione talvolta simbiotica dei tre protagonisti, orienta il turbinio di domande e riflessioni, gioca di sponda anche con il personaggio decisivo di Cassel, vero generatore quasi “mefistofelico” di dubbi ed incertezze antiche e devastanti…
E’ davvero necessario distruggere la propria individualità per incontrarne delle altre?...
Jung/Fassbender, i capelli impomatati e gli occhialetti giusto sopra i suoi baffi pettinati, vacilla vistosamente e poi cede di schianto a quanto cova dentro di lui da sempre….
Abbandona in un istante il suo “nascondiglio” da compiaciuto borghese svizzero, vigliacco e filisteo….magari desidererebbe mollare tutto per far “vivere l’altro se” che ha sempre tenuto prigioniero?…
….dove si trova ora?....Con chi?.....e dove sta andando?....
Sicuramente sempre piu’ lontano dal rigido pragmatismo del suo “mentore/antagonista” Freud/Mortensen, sempre teso a soverchiare con la sua intelligenza ogni cosa che mostri il suo lato irrazionale.
Eppure non è forse vero che i confini scientifici sono quanto mai arbitrari, che una volta acquisiti e confermati escludono l’indagine e non ci consentono di abbandonare la terraferma?...
…..la religione poi è chiaramente fuori dagli studi medici quando i medici giocano a fare Dio…
Uomini in trappola….divisi in due…..
…............o forse liberi….ma verso dove?...
Ci sono tanti misteri ed il cammino è così lungo….
…...e forse anche morire dev’esser dolce…
…..........Eros…..e Thanatos......
Una moglie è il fondamento della casa, le altre il profumo nell’aria che puo’ risvegliarci i desideri sopiti: tanto tenerezza ed abitudine potrebbero esser distanti dal “continente” del sesso, che talvolta gode solo della sua stessa ferocia….
Inoltratosi nuovamente (...ma “entrando” da una sponda per lui inusuale...) nel pericoloso ma molto suggestivo labirinto di psiche e corpo, sempre foriero di sorprendenti rivelazioni, Cronenberg stavolta pare affacciarsi solo da lontano, sbiadito ed in controluce, appare come “in finestra” raffrontato ai lavori del suo passato…..
….....in realtà, da esperto in campo di mutazioni quale è diventato per mezzo del suo stesso percorso esperienziale, che da sempre si è identificato in luoghi pervasi di “materia molle e incandescente”, da trapassare con l’obiettivo o con il ferro affilato, opera l’ultima trasformazione su se stesso e su quel che vuole realizzare, incanalandosi lungo un sentiero soprattutto verbale e in una ragnatela di concetti soverchiante e sterminata, contro la quale non è facile disimpegnarsi…
Non sembra essere il solito ed in fondo c’è molto di vero in questo rilievo…
….eppure “i luoghi del delitto” dove dispone i suoi strumenti per praticare le solite “autopsie” sono gli stessi….
L’incendio che appicca stavolta comunque “brucerà violento”..... dapprima con poche fiammelle, poi divampando ed accendendosi di rosso come al solito…
A chi si ritrovasse “smarrito” in questa “nuova Zona Morta” (….) e rimpiangesse “quelle” in passato frequentate dal “vecchio Maestro”, possiamo solo sottolineare la difficoltà (...ma forse non l'impossibilità!...), anche per un regista abile e versatile come Cronemberg, a “staccare” tale mole di riflessioni dalla freddezza dei loro “confini letterari” provando a mantenerne intatte le molteplici implicazioni di pensiero, e questo estenuante esercizio in qualche misura, è vero, lo ha visto “costringersi” ad abdicare dalla sua solita forma di cinema “magmatica, molto fisica e ribollente”....
….forse il “vento di psiche” non soffia raffiche abbastanza potenti da scuoterci, perlomeno visivamente, quanto le precedenti “escursioni nella carne e la sue infinite possibilità di ibridazione”, ed anche questo è piu' che giusto ammetterlo, ma, per una volta, abbiate la bontà di accondiscendere e “partecipate” comunque ..........
…........vedrete che alla fine, difficilmente valuterete di dovervene pentire....
FRANCO - 06 OTTOBRE 2011
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