Foster – Winslet – Walz – Reilly…
Un poker d’attori rinchiuso tra quattro mura, all’apice della loro bravura, suonano lo spartito scritto da Yasmina Reza (autrice della piece teatrale “God of carnage – Il Dio della carneficina”) e che per il cinema ha voluto “musicare” il “direttore d’orchestra” Roman Polanski…. nessuna magia nella sua bacchetta, semplicemente un talento navigato ed in grado di seguire il tempo del metronomo sempre sul “maestoso”, anche nel confino di un appartamento.
Dialoghi “scintillanti”, capaci di rovistare molto velocemente ed in profondità nel miscuglio di isterismi e finzioni, sia antiche che moderne, giunte fino alla odierna aggregazione sociale degli uomini….. ritmo incessante tanto che è difficile crederlo che non si metta il naso fuori dalla stanza neanche per un istante…
Passa il tempo e si affilano i coltelli………... e si scivola verso il duello…
…. ma non all’arma bianca: si “vomitano” parole grosse (…e non soltanto!...)…
L’avvocato (Christoph Waltz) difende con compiaciuto e divertito cinismo gli interessi di case farmaceutiche senza scrupoli; suo figlio alla recita della scuola si fa già largo nel ruolo di Scrooge…….Solo tra tutti merita forse un premio alla coerenza….
La moglie (Kate Winslet) sotto la patina di una gentile formalità cova rancore verso il marito ed il suo lavoro, odia con tutta se stessa il cellulare che ogni cinque minuti squilla e glielo sottrae al rapporto di coppia….
Il padrone di casa (John C.Reilly) o forse dovremmo dire “del teatro”, sembra un pacioso ed accondiscendente intrattenitore di ospiti ma non si farà pregare molto per mostrare il suo vero volto e sferrare fendenti di risentita irascibilità…
Sua moglie (Jodie Foster) è un fascio di nervi tenuto insieme a fatica, che proietta un pochino del suo ego, delle sue insicurezze e delle sue aspettative di vita verso l’Africa; si arrende con facilità agli impulsi che le impongono l’ordine casalingo e poi corre a rifugiarsi tra le accoglienti braccia di Kokoschka e dell’arte…
Metteteli assieme nemmeno per “ottanta minuti” ed avrete una…..Carneficina! (Carnage)…
E’ una specie di “specchio in movimento” continuo quello offertoci da Polanski, che con grande bravura e gustosissimo spasso ci offre una panoramica di “tipologie sociali”, comportamenti, finzioni, nevrosi ed apparenze dove non ci risulta per niente difficile riconoscerci…
La morale comune imporrebbe di dominare i propri impulsi e New York questi li giudica con il metro occidentale…
Le porte dell’ascensore si chiudono e si rientra nuovamente in casa….
….ancora un caffè?....Una fetta di torta?.....
…..Poi qualche bicchiere di troppo ed ecco che saltano tutti i finti buonismi, come caricati da una molla si liberano gli impulsi latenti, ogni parola a stento repressa affiora sulle labbra e fuoriesce allo scoperto la tempesta d’ira che giaceva appena sotto qualche centimetro di simulata calma….
Eccoli alla luce del giorno i “miserabili che non chiedono di meglio che esserlo”, i nichilisti fieri della loro foga distruttrice…
Liberi finalmente!.........di sguazzare in un “simpatico” e agitatissimo carnevale domestico….che in fondo “è stupido essere onesti…poi ci si indebolisce e si abbassa la guardia”….
…E per fortuna che “gli adulti” (…apparentemente imparziali…) si erano incontrati per risolvere le beghe dei loro figli nemmeno adolescenti!.......Certo ci vuole “una certa maturità per poter sostituire con altro il DIRITTO alla violenza”…
Polanski usa tutta la sua abilità di regista e posiziona l’obiettivo ad ogni angolo della casa (…camera…), movimenta “la staticità” ed evita totalmente ogni caduta di tono che pure sarebbe fisiologica per questo “script” in interni….. poi ravviva i residui i tempi morti con il montaggio…
Nel serrato valzer a turno ognuno da “il peggio di se”……
…..gli “avversari” NON si studiano molto, si fronteggiano a mani nude, si lacerano dentro e poi pungono rapidi, oppure mordono feroci….
Mentre tentano di portare ordine e calma gettano benzina sul fuoco….
…. sbriciolano di continuo la difesa che gli si oppone….poi, nel finale gettano le maschere e volano borse, telefoni e fiori!...
Coppia contro coppia, madre contro madre….a tratti lampi di solidarietà maschile…..
Alla fiera del mito Ivanhoe vale quanto John Wayne….anzi…gli è complementare!....
“Carnage” è un film vivo, graffiante, salace….intelligente, raffinato e divertente….
Su tutto vince l’istinto o qualcosa di primordiale che molto gli somiglia e ad un certo punto sovverte ogni ordine o meccanismo e spalanca le porte piu’ che al vivere civile al “combattere disordinato per sopravvivere”….
…….Nel mentre “qualcosa” (…o “qualcuno”?....) si muove fra i fili d’erba di Brooklyn e non fa che confermare quanto, a dispetto delle diroccate costruzioni che tenta l’uomo, il disegno finale spesso non coincida con il progetto iniziale, fosse anche animato dalle migliori intenzioni….…
FRANCO - 27 SETTEMBRE 2011
Nessun commento:
Posta un commento