VISITATORI

venerdì 10 maggio 2013

KIKI - CONSEGNE A DOMICILIO di Hayao Miyazaki


Kiki è una piccola strega di tredici anni. A casa mamma armeggia con gli alambicchi   mentre si avvicina il momento in cui sua figlia dovrà partire per l’ apprendistato da strega.
Così, in una notte di luna piena, la piccola salterà in groppa ad una scopa in compagnia di Jiji, il suo gatto nero parlante, alla volta di una grande città – da dove possibilmente sia visibile anche il mare – per imparare a cavarsela da sola.
Scompare nel buio della notte rimbalzando maldestramente tra gli alberi del bosco e vola via incontro all’avventura della vita!
Ogni film di Hayao Miyazaki è come un “ritorno a casa”. Da sempre il grande maestro giapponese intesse la stessa grande tela, spesso ricamandola con grandi intuizioni magiche , fantasiose e visive, altre volte (ed è questo il caso) seguendo binari più semplici e lineari – ma niente affatto minori –  eppure sempre riuscendo ad esser prodigo di toccanti momenti di infantile tenerezza ed elargendo piccole perle di elementare saggezza.
Anche in  “Kiki – consegne a domicilio” troviamo gli usuali rimandi al rispetto delle regole della natura ed alla imprescindibilità di una concordanza tra cose, persone ed animali perché la vita possa degnamente dispiegare il suo respiro armonioso.
Kiki troverà la sua strada verso la felicità e l’emancipazione anche grazie all’incontro con tante belle persone che le offriranno la loro spontanea amicizia ed un aiuto disinteressato: la fornaia ed il suo negozio del pane la accoglieranno dandole un lavoro e lo slancio necessario ad incamminarsi verso l’età adulta, la pittrice nel bosco sarà un fondamentale sostegno di amicizia al momento opportuno.
La piccola strega saprà mettere a frutto il suo talento – quello di volare veloce sui tetti della città a cavalcioni della sua scopa – per svolgere un mestiere, procacciarsi una fonte di guadagno ed ottenere una completa realizzazione.
Due vecchine, come amorose nonne, la faranno sentire ancora in famiglia, circondata per qualche ora di attenzioni ed affetto  che lei ricambierà mettendo a disposizione i vecchi insegnamenti della mamma, rivalutando e facendo funzionare ad esempio  il vecchio forno a legna quando quello piu’ moderno ad elettricità  non vuol saperne di cucinare il pasticcio di aringhe e zucca.
Sono entrambi particolari questi che omaggiano l’antico contro la modernità che erode l’animo romantico dell’uomo, così come il sottolineare che al lavoro offerto debba esser sempre corrisposto un compenso – una delle sue anziane signore non vuol sentir ragioni sull’argomento – è un modo per ristabilire ordine in una scala dei valori che va sempre piu’ sbiadendo.
Il caos della città con le sue rumorose automobili è un altro non certo casuale elemento nella narrazione visiva della storia.
Kiki imparerà velocemente a dominare il suo animo ancora scontroso e che non sa bene decifrare quando aprirsi e concedersi a quelli che la avvicinano per darle sostegno. Nel momento decisivo comprenderà che la magia non è necessaria per esser radiosi e felici ma occorre ben altro ed anzi scoprirà che il suo potere puo’ addirittura abbandonarla se non è accompagnato dalla giusta ispirazione d’animo.
Ma proprio nel momento in cui non riuscirà più a librarsi in cielo ecco che imparerà a volare per davvero sopra i suoi problemi ed a esser finalmente d’aiuto a coloro che le hanno spontaneamente offerto solidarietà ed amicizia.
La pellicola di Miyazaki ci ricorda che la strada verso l’età adulta è cosparsa di non pochi “miracoli” e che l’elemento del sogno (il volo, ad esempio) e della tenerezza sono spesso i principali vettori che ci consentono di progredire e spingerci verso l’alto, fosse anche solo con il bizarro aiuto di uno spazzolone preso dalla mani di un passante della strada  che, con sincero trasporto e candido stupore, ce lo ha appena passato dalle sue mani.

Nessun commento: