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domenica 15 settembre 2013

FOXFIRE di Laurent Cantet


In una cittadina americana, negli anni '50, un gruppo di ragazzine adolescenti diventano “sorelle di sangue” e tra giuramenti solenni ed indelebili marchi tatuati sulle spalle danno vita alle “Foxfire”, una setta fondata su “lealtà, fiducia e amore”: piuttosto che fallire e non tener fede alle promesse fatte meglio morire!

Inizialmente le piccole ribelli cominciano con il vendicarsi del poco simpatico Sig.Buttinger, il professore di matematica (mandandolo in giro per la città con l'automobile sfregiata da una scritta oscena), poi sarà la volta dello zio Walt, colpevole di aver provato ad ottenere favori sessuali dalla sua nipotina Maddie - una delle adepte - in cambio di una vecchia macchina per scrivere, ottenuta la quale – senza soddisfare alcun laido desiderio – le ragazze comiceranno a scrivere i loro memoriali: date, luoghi, motivi, “bersagli” e tutto quello che i “benpensanti” chiamano reati.

Ma ben presto, dai piccoli atti dimostrativi e le proteste femministe (o animaliste) si passerà a ben altro, complice anche il bisogno di sostenere le spese nella casa dove queste si sono trasferite, “una vecchia fattoria bella come una goletta che fende fieramente le onde” e sarà immediatamente di tutta evidenza la differenza tra il pitturare fiamme rosse sulle vetrine dei negozi ed invece giocare davvero con il fuoco, andando all'avventura su strade dove si può rischiare persino di bruciare!

Foxfire” di Laurent Cantet è tratto dal romanzo “Bad Girls” di Joyce Carol Oates e narra le vicende delle protagoniste Rita, Lana, Violet, Maddie, Goldie e Legs, quest'ultima la fondatrice e vera anima del gruppo: “una stella cadente in movimento perpetuo” dietro alla quale le altre cercavano di stare in scia.

Film diverso dagli altri del regista francese, a partire dallo stile e le modalità di lavorazione: esigenze di produzione hanno imposto il Canada come set ed a differenza delle pellicole precedenti anziché pochi collaboratori la media di presenze della troupe era di novanta persone.

Dissimile stavolta anche il versante dal quale muovere la critica al capitalismo, certo non lesinata in film come “Risorse Umane” oppure “A tempo pieno”: partendo dalla ribellione di ragazze quindicenni affamate di nuovi orizzonti, percepite dalla società come una terribile minaccia – ed evidentemente anche dall'assurda censura del nostro paese che ha deciso di vietare la pellicola ai minori di quattordici anni “per le ripetute condotte di rottura delle regole con modalità violente” - si arriverà a rievocare persino la rivoluzione Castrista nella Sierra Maestra (anche se solo dalle pagine di un giornale), cedendo forse troppo al desiderio di voler indottrinare con insistenza quel che già era stato esplicitato con chiarezza e non aveva bisogno di ulteriori sottolineature; ridondanti difatti anche le nostalgiche citazioni di un uomo che “cantando l'internazionale ha finito per incontrare dio” e le lapidarie frasi sulla “rivoluzione che prima deve incuter la paura e dopo il rispetto”.

Comunque, a parte le concessioni al fascino delle utopie oramai perdute, “Foxfire” rimane una buona pellicola che mostra con chiarezza come le migliori intenzioni possano sconfinare in atti criminosi, evidenziando le difficoltà e gli screzi del cammino comune quando diminuiscono gli ardori ed aumentano le difficoltà ed i rischi, causa prima dei conseguenti abbandoni e delle ingiustificate estromissioni.


Come sempre, dalle piccole banalità c'è la possibilità di scorgere le grandi verità e chi potrebbe negare “che la felicità è un viaggio e non una meta e che vivere è soltanto nell'immediatezza dell'azione”: eppure, con un velo di tristezza, anche stavolta siamo qui a constatare di come persino per la fiamma più viva ed incendiaria, prima o poi, arrivi sempre il momento di spegnersi!

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