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venerdì 13 settembre 2013

ELYSIUM di Neill Blomkamp


Nel 2154 nel cielo brilla una nuova stella: si chiama "Elysium" e non bisogna pensare alcunchè quando la si osserva perchè il desiderio semplicemente "è LEI"; il sogno invece, è arrivare un giorno a viverci, abbandonando per sempre la Terra!

Anzi, in realtà "Elysium" non è un astro bensì una stazione orbitale che gli uomini hanno costruito per trasferirvisi a vivere, dal momento che il globo versa oramai in pessime condizioni e mantenere elevati standard di benessere non è più una cosa fattibile sul pianeta natio, nè abbordabile per tutte le tasche.

Così l'umanità – ancor più che ai giorni nostri - si ritrova spezzata in due: i meno abbienti a guardare dal basso verso l'alto la meta dei loro sogni, ovvero il luogo dove ogni cosa è possibile, dal vivere agiatamente e nella prosperità al guarire istantaneamente da ogni malattia, purchè si abbiano i soldi per poterselo permettere. I ricchi invece come al solito in cima alla scala, a menar le danze dallo spazio ed a difendere il proprio habitat ed il potere.

Anzichè le odierne “carrette del mare degli immigrati” di nostra conoscenza, partono all'assalto di “Elysium” astronavi clandestine cariche di reietti in cerca di fortuna, che un Ministro della Difesa spietato e senza scrupoli (Jodie Foster) respinge con mezzi leciti ed “azioni non autorizzate”.

Ovviamente, a causa di uno spiacevole “inconveniente radioattivo” - occorsogli durante il suo turno di lavoro in fabbrica (un luogo questo sempre più malsano ed insicuro!) - avrà bisogno di far visita alla “stazione dei desideri” anche il protagonista principale della pellicola (Max/Matt Damon), il quale coglierà al volo l'occasione per mantenere vecchie promesse d'infanzia e nel contempo realizzare a pieno il senso della sua esistenza.

Elysium” per oltre la metà della sua durata è poco altro che un film d'azione e di approssimativa fantascienza, dove sullo sfondo scorgiamo il delinearsi promettente di una metafora di stampo progressista che però, ben presto, si rivelerà esser piuttosto sempliciotta e con eccessivo innesto collaterale di sdolcinature a buon mercato.

Qualsiasi problema di plausibilità e qualunque ostacolo narrativo alla storia vengono aggirati con stratagemmi piuttosto sommari: “esoscheletri di terza generazione” rimettono in piedi all'istante corpi morenti e debilitati mentre per curare le malattie di ogni sorta e “riparare” i danni fisici di qualsiasi entità basta sdraiarsi per qualche minuto dentro ad invidiabili “capsule mediche”. Infine, il colpo di stato di questi tempi si fa comodamente a tavolino, per mezzo di un semplice “Reboot”, ovviamente da lanciarsi utilizzando un software segretissimo ed ambito da tutti, da carpire a qualunque costo con un “download cerebrale”.

Elysium” è spiacevolmente distante da quel “District 9” che fu il buon esordio di Blomkamp, ed a differenza della sua prima pellicola – anch'essa aveva un impianto fantascientifico con in primo piano la tematica della diversità - stavolta il regista Sudafricano sguazza divertito e senza una vera meta nella schiuma della superficialità e guarda più allo spettacolo (botteghino?) che allo spessore del racconto, pur strizzando l'occhio sporadicamente a qualcosa di piu' ambizioso ma senza la vera intenzione di assecondare la sua vena. Rimandi vaghi al “vecchio Cronemberg” che amava mischiare “ferro (tecnologia) e carne”, vedi soprattutto “Existenz”.


Tra basse romanticherie con lacrimoni programmati ed una mediocrità narrativa dalla quale a momenti ci si illude soltanto di staccarsi per decollare altrove, si precipita presto verso il basso e già dopo una mezz'ora gli occhi dello spettatore più esigente vanno in orbita, roteando come una navicella spaziale impazzita, fino a schiantarsi sul bianco soffitto della sala!

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