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venerdì 13 settembre 2013

IN ANOTHER COUNTRY di Hong Sang-soo


Tre donne occidentali (Francesi), una dopo l'altra, si troveranno per motivi diversi a trascorrere del tempo in una piccola località di mare della Corea del Sud: Mohang.

Portano lo stesso nome (Anne), sono interpretate dalla stessa attrice (Isabelle Huppert) ma hanno vite e storie diverse: eppure sembrano, almeno caratterialmente, la stessa persona!

Le loro vicende sono create dalla penna di una ragazza che stila le sue sceneggiature direttamente dall'interno del film di Hong Sang-soo “In another country”, che si scompone così da subito in differenti piani di lettura, tutti da affrontare con animo giocoso e romantico.

I personaggi delle varie storie si sovrappongono, le situazioni si ripetono in momenti diversi e marciano ogni volta verso un orizzonte differente ma mantenendo elementi in comune fra loro. Nel mezzo di questo intreccio di finzione, che diviene solo parzialmente realtà, viene concesso persino un ulteriore intermezzo temporale al sogno.

Confusione illogica ed incomprensibile?
Niente affatto: è nei piccoli dettagli che risiedono l'essenza ed il filo conduttore della pellicola.
In quelle gelosie e nelle piccole scaramucce amorose che ci viene chiesto di seguire, nell'osservare gli uomini egosisti e marpioni o invece lo strano bagnino in maglietta arancione che ha un modo tutto suo di “proteggere” e di far la corte alle donne, sempre nella stessa maniera diretta e spiazzante, ingenua e sincera; nel girare a vuoto oppure in cerca di qualcosa, senza che sia davvero importante trovarla o meno.

Hong Sang-soo pedina i suoi “scampoli di storia” con il suo obiettivo, cercando di metterci a nostro agio di fronte al disorientamento dovuto agli scambi dei protagonisti ed agli intrecci temporali da lui congegnati: usa movimenti di macchina secchi e scattosi, minimi ed elementari, che seguono da vicino soprattutto una Isabelle Huppert – ambita e desiderata protagonista del suo lavoro – mai così soave e sorridente, molto distante dai volti sofferenti ed emaciati che ne hanno fatto l'etoile del cinema Francese.

Segni e presagi: il faro è una chimera introvabile; un biglietto amoroso è scritto con un grafia incomprensibile (ma il destino tornerà comunque indietro per svolgere il suo compito?); un monaco come risposta alle domande ha solamente la sua umile sincerità.

In another country” è un film dove si parla di sentimenti e si passeggia osservando la vita; la narrazione è niente altro che una scusa per andarcene in giro osservando i protagonisti bere “Soju” e curiosare tra le loro parole e sensazioni.

Divertimento d'autore, surreale ed astratto, godibile e strampalato: ma c'è molta più classe ed emozione in questa pellicola che in mille altre confezionate per circuire scientemente i nostri sensi e commuoverci con artifici ed inganni da mestieranti.


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