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sabato 7 luglio 2012

THE AMAZING SPIDER MAN di Marc Webb



Per risvegliare il pubblico italiano dal torpore in cui l’ha precipitato l’afa estiva, Hollywood decide di dare una bella rinfrescata ad uno dei Super Eroi “Marvel” che ne avrebbe forse meno bisogno e tra quelli più refrattari all'invecchiamento: il sempreverde Spider Man.

Via Tobey Maguire ed al suo posto ecco il bel faccino di Andrew Garfield, sempre imbranato e problematico ma nelle intenzioni forse considerato maggiormente in grado di fare presa su un pubblico adolescenziale e così anche Emma Stone (Gwen) in luogo di Kirsten Dust (May Jane): sarebbe sembrato un volto davvero ultra-depressivo il suo dopo le recenti avventure “Melancholico-Danesi”.

In cabina di regia Marc Webb, quello del carino e ben riuscito “500 giorni insieme”, classe 1974 e qui al suo secondo lungometraggio.

Al restyling non sfuggono nemmeno le origini del nostro arrampicamuri, che viene sempre punto da un ragno radioattivo ma in circostanze differenti, così come si ritrova sempre affidato alle cure della zia May (per l’occasione molto ringiovanita!) e dello zio Ben, il quale morirà in frangenti diversi anche se simili a quelli già conosciuti; la vendetta però stavolta è un piatto freddo non solo per modo di dire e verrà consumata, con tutta probabilità, nei prossimi sequel.

Altra novità: Peter Parker oltre ad esser un provetto fotografo stavolta se la cava piuttosto bene con strani “algoritmi del tasso di decadimento”; inoltre l’Uomo Ragno parla al cellulare ed è visibile anche via internet (forse su YouTube), ma chissà perché la sua macchina fotografica è un modello antidiluviano anziché una modernissima digitale.

Il nemico di turno è il dottor Curtis Connors ovvero “Lizard” (Rhys Ifans), vecchio amico e collega di Richard Parker, padre di Peter: frustrato e mutilato, perde il senno invidiando i topini bianchi che gli fanno da cavia e corre dietro a balzani sogni di uomini perfetti e senza debolezze, bramando nel contempo di poter far ricrescere un giorno il suo braccio amputato.

Il “nuovo inizio” cinematografico dell’ “Amazing Spider Man” rischia di scontentare molti: i cultori della saga o del divertimento sul grande schermo per il suo scarso apporto di spettacolo e novità quanto quelli del pubblico che, se può fare a meno dei grandi “fuochi d'artificio”, è invece un pochino più esigente nei confronti dello script e della sua messa in scena, per non parlare poi di tutti quelli che dogmaticamente ancorati alle pagine del fumetto vedranno sconvolti i loro capisaldi ed urleranno al sacrilegio.

Ma effettivamente, chi si dovrebbe giovare davvero tutto questo ricominciare, cambiare ed aggiornare una storia ed un personaggio che, perlomeno in questa maniera, non ne aveva nessun vero bisogno?

Davvero vedere Peter Parker sullo skateboard, che fa canestri spettacolari o si allena come “vigilante in embrione”, appeso alle catene prima di inventare la sua ragnatela, aggiunge qualcosa? Dovrebbe solleticarci il fatto che, franato da un tetto sopra il ring di una palestra, prenda ispirazione per il suo costume da “El cruzado de la noche”?.

Oppure dovremmo applaudire alla “novità” circa l'attenzione dedicata a quel vago sentimento, misto a solidarietà e riconoscenza, che porterà la gente comune a partecipare attivamente contro la minaccia che incombe su tutta la città a causa del terribile dispositivo “Ganali”?

Un punto a favore però il film di Webb lo mette a segno nel confronto con i precedenti e bisogna ammettere che il “sense of humor” dell’ arrampicamuri durante i combattimenti a tratti è decisamente somigliante a quello che trovavamo nelle prime strisce di Stan Lee (piccolo cameo e “benedizione ufficiale alla pellicola” per lui in biblioteca, cuffie e musica nelle orecchie mentre tutto gli crolla intorno) ed è assolutamente calzante che se ne stia appeso a giocare con il cellulare prima di affrontare il “lucertolone” che, nel mentre, ha trasferito il suo laboratorio nelle fogne.

Molto in questo film odora di operazione commerciale e si predispone, con fin troppa furbizia ed anticipo, ad accogliere le puntate che verranno; l’Uomo Ragno, e soprattutto il suo “logo”, sono buoni per dipingere un murales oppure per creare il mito di un personaggio alla moda il cui “marchio” è adattissimo ad una T-Shirt.

Più palesemente troveremo, incastrato appena dopo i principali titoli di coda, un colloquio misterioso e tetro che null’altro è se non un preludio indefinito ad un appuntamento in sala per l'anno 2013: qualora per le date italiane si dovesse trattare ancora del torrido luglio estivo inutile dirvi del mio consiglio “ondeggiante” tra mare e spiaggia o, se proprio non poteste farne a meno, in qualche fresca arena, con alle spalle il proiettore e in mano un “preventivo” e consolante gelato con panna.

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