Una Charlize Teron decisamente versatile, divisa a metà tra la depressione ed il suo carattere decisamente forastico (…ed in uno stato di forma smagliante, da qualunque punto di vista la si voglia osservare…), è il principale “amplificatore” cinematografico del nuovo film della coppia Jason Reitman/Diablo Cody, dal titolo piuttosto “indicativo”.......
Di sicuro è lei la mattatrice di “Young adult”, con le sue sbornie quotidiane ed i suoi risvegli vestita sul letto e subito in cerca di una bibita da ingerire, i suoi umori alterni e le sue “magnifiche piazzate” ed il film è un frammento prolungato della vita di questa donna “giovane e adulta” ma non troppo “matura” che ha incagliato la sua vita ai tempi del liceo ed ora fa la scrittrice, tentando di scrivere il suo nuovo libro facendo funzionare la stampante con lo sputo e riutilizzando frasi carpite al tavolo di un fast-food o dalle commesse di un supermercato….
Poi arriva sul suo Personal Computer una mail “molesta” che, di forza o d'istinto la riporta a “casa”, ovvero la piccola cittadina dove viveva con la sua famiglia prima di trasferirsi a Minneapolis, ed eccola precipitarsi nella missione impossibile (e ridicola?...) di riconquistare una sua vecchia fiamma dei tempi della scuola, sfortunatamente per lei un uomo oramai sposato e, a dire il vero, piuttosto indaffarato ad armeggiare con i biberon del suo piccolo neonato, piu’ che davvero desideroso di nuovi flirt,…
Intorno a lei un buon numero “composito” di persone, tra le quali spiccano, sparsi qua e la, “liceali stagionati e congedati”, molti dei quali incastrati in una gioventu’ passata ma non “sorpassata o dimenticata” e che faticosamente annaspano (….TUTTI!....o quasi....) per evitare di imboccare un prematuro viale del tramonto…
E' gradevole ed a tratti divertente, nonostante la sua connotazione di fondo drammatica, la storia proposta da Reitman e Cody, che ci porta passo dopo passo dietro a Mevis/Teron, di continuo intenta a riversare le sue frustrazioni ed i suoi desideri tra le pagine del libro che sta scrivendo, piu’ che un vero e proprio testo da pubblicare un oggetto catartico, un diario di viaggio che possa indicarle un nuovo percorso di speranza e futuro, e con lei, “passeggiando dentro la sua vita”, osserviamo anche molti dei coprotagonisti che le si muovono attorno ed appena sotto una prima “patina che ispira fiducia” non sembrano passarsela granchè bene o comunque non paiono esser riusciti a crescere “precisamente” a passo con il tempo che gli è trascorso (...fuggito!!...) accanto…
Con tali presupposti è difficile quindi etichettare come superficiale questa pellicola che anzi è satura di opprimenti “Americani tristi e coi sogni in pezzi” e parecchio resi acidi da episodi folgoranti della vita da loro ritenuta ostile e che , non ancora abbastanza soddisfatta si ostina a metterglisi di traverso; così ecco che il merito di questo film lo possiamo individuare nel suo retrogusto “importante”, in quel suo saper esser anche molto acre al palato, in grado di lasciare un “robusto sapore emotivo” e pure quel minimo di “lezione di vita” e che da il meglio di se nel momento in cui riesce a mettere a nudo le difficoltà che si celano dietro le “difese in maschera del quotidiano” o nel renderci conto dei suoi “piccoli insormontabili intoppi”, quelli di fronte ai quali i protagonisti, a volte inspiegabilmente, non riescono ad avanzare e segnano il passo, fermi ed immobili di fronte al fiume stesso della loro vita che scorre....
…..probabilmente piu’ veloce ancora dei deleteri sorsi di bourbon al bancone che, ingurgitati uno dopo l’altro, gli assottigliano sempre di piu' qualunque chance di rivincita…
C'è una scena nella quale Mevis sembra riuscire a rendere tutto questo in pochi minuti di ottima sintesi comunicativa e fotografica: la vediamo spogliata della sua aggressività ed indifesa, con il silicone appiccicato ai seni e le mutande niente affatto sexy sotto il collant ed in un momento in cui, nuda e senza orpelli, ci rivela cosa nasconda davvero questo suo (nostro) vivere, spesso costruito sugli specchi e la fragilità di tanti che sopra ci scivolano disperati, coltivando persino l’illusione di non esser notati….
…e “Young Adults” questo e poco altro ambisce a raccontare: una piccola storia triste tra le trappole del ricordo, le aspettative deluse, l' insoddisfazione e lo smarrimento….
Tutt'attorno tante piccole fiammelle di speranza che si riaccendono per qualcuno e magari si spengono giusto un attimo dopo......
…...comunque ognuno va per la sua strada...... senza troppa solidarietà...
Fin troppo chiara l’immagine di tutti coloro che collezionano uno sbaglio dopo l’altro per tentare la loro timida scalata alla società oppure alla vita ed altrettanto nitida l’assenza di un “vero sentire comune” che possa tenerli assieme, soccorrerli, aiutarli….”incontrarli”....
Verrebbe da dire “niente di nuovo sotto il sole” se non fosse che chi racconta del nostro tempo ha sempre meno bisogno della capacità abbagliante dell'astro piu' luminoso che l'universo conosca....
……sarà probabilmente colpa dei determinanti dettagli con “molte piu ombre che luci” che la realtà costantemente “infligge” ad ogni nuova sceneggiatura....
FRANCO – 12 MARZO 2012
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