Dall'omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo “Henry”, Alessandro Piva (quello de “LaCapaGira” e “Mio Cognato”) ricava il suo terzo lavoro cinematografico, che porta il nome dell'eroina così come la chiama in codice la nuova criminalità Africana...
Partendo da un fortuito “pasticciaccio brutto” a Torpignattara ci muoviamo di continuo a bordo di motorini ed automobili in una Roma cupa, sempre scura o sporcata da qualcosa, attentamente spogliata delle sue bellezze che sono intenzionalmente trascurate dall'obiettivo del regista che preferisce cogliere con migliore efficacia la commistione di malavita criminale e quotidiano tra le anonime ambientazioni del Villaggio Olimpico invece che tra i luoghi sacri e rilucenti d'arte della Capitale.
E' una città silenziosamente presa d'assalto dalle navi che dal sud approdano a Civitavecchia come dalle “iene africane” venute a dettare la legge della giungla tra le moderne e confuse macerie della metropoli...
I protagonisti del film di Piva vengono tutti da esperienze prevalentemente da comprimari (a parte Crescentini e Riondino, negli ultimi tempi in ascesa, troviamo anche Paolo Sassanelli, Pietro De Silva, Dino Abbrescia, Claudio Gioè e altri....) che per l'occasione sfoggiano però un biglietto da visita da cast di prim'ordine; nonostante i dialoghi ed alcuni loro atteggiamenti facciano rotta verso pieghe dalla venatura lievemente umoristica il loro livello di “credibilità e sostanza” (tenuto conto del “genere” di pellicola) rimane invidiabile, anzi ad ogni passo si rinforza e questo sembra esser uno dei meriti maggiori da potergli ascrivere, oltre che alla mano del regista.
Di tanto in tanto la storia si concede delle pause mandando in onda alcuni “confessionali” a cuore aperto dei vari personaggi: prendiamo nota e qualcosa in piu' comprendiamo sul significato del loro vivere.....forse ci tornerà utile piu' avanti.
Tra le righe digressioni estemporanee su chi tira bombe intelligenti e chi bombarda la città con la droga (ma almeno ne uccide di meno e qualcuno lo fa anche “divertire”....), considerazioni sul rispetto della legge solo quando c'è una divisa o un lampeggiante ad incutere paura........un paio di battute apparentemente “buttate via” da un venditore di calzini ambulante............
….........e la scuola pubblica in affanno rispetto allo Chateaubriand!...
Una costante aria di tenebra cala alla perfezione su una città che non si ferma nemmeno un attimo a guardarsi indietro e forse è questa normalità del procedere sempre in avanti il dettaglio che inquieta di piu'.
Roma è ghermita da un manipolo di usurpatori forestieri, un sottobosco di varia estrazione che dal buio viene alla luce per precipitare tutti in un presente sinistro e malvagio...
Sul terrazzo un combattimento all'arma bianca tra due esseri umani che sembrano galli da combattimento...
Nonostante le tensioni siano parecchio stemperate alla fine si salvano comunque in pochi nel film di Piva... ma visto il tema c'era forse da metterlo in conto fin dall'inizio...
…....ed ecco che quando è l'ora di fare i conti di pietà non ne avanza a sufficienza: a chi tocca la lama di un coltello nel petto ed a chi il buco in fronte di una pallottola...
Poi finisce la storia ma non la vita che continua a scorrere per proprio conto, come le rapide del fiume che portano ai titoli di coda e che tra i loro flutti trascinano forse da sempre tutto il bene e il male, ma non hanno impeto abbastanza per lavare via un presente tetro, popolato di assassini invisibili ma non per questo meno crudeli e disumani...
FRANCO – 21 MARZO 2012
Nessun commento:
Posta un commento