VISITATORI

sabato 18 febbraio 2012

MONEYBALL - L'ARTE DI VINCERE di Bennet Miller


Film tratto da una storia vera talmente palpitante da sembrare leggenda....
…..mentre la splendida cavalcata tra il 2001 ed il 2002 degli Oakland Atletics (the A’s), fino a raggiungere il record di 20 vittorie consecutive, fu una granitica realtà sul  cui valore complessivo potremmo però aprire il campo a differenti pareri, giudizi e punti di vista, ad esempio  su cosa siano davvero la vittoria ed il successo, la preponderanza della scienza e dei calcoli statistici sull'istinto e la sensibilità umana, lo sport e le sue mille “implicazioni” collaterali...

L’arte di vincere – Moneyball”, opera seconda di Bennet Miller dopo il bellissimo “Truman Capote – A  sangue freddo”, sceglie di muoversi apparentemente in sordina e “mascherandosi” a tratti da film sullo sport, e da questa posizione “nascosta e defilata”  cerca di “fare leva” e dilatare le possibili condizioni di pensiero rispetto al risultato ottenuto (...e di come questo sia stato raggiunto!...), sfaccettando e mischiando  varie soggettive, frantumandole e frammentandole per ottenerne una “analisi cinematografico/letteraria” meno facile a livello conformistico e proprio per questo però piu' complessa, esaustiva e capace di avvicinare  ai vari punti di verità che la compongono...

In un team  povero e “donatore di organi” per i ricchi, un ex giocatore dalla carriera fallimentare (e che grazie a questa potrebbe forse aver affinato il suo fattore di sensibilità umana....) ed un laureato di Yale (ex guardia giurata in una fabbrica di maiale e fagioli in scatola) dal fisico improbabile per  essere un  “leader” in grado di  “cambiare le cose”, formeranno la coppia che farà esplodere dinamite pura tra i conservatori del Baseball americano e, facendo rotta verso l'isola dei “Giocattoli difettosi” del “prendi 3 al prezzo di uno”, traghetteranno tutto un universo sportivo  dal medioevo al domani....

Miller però non sta certo fermo e rigido applaudendo meccanicamente di fronte ai  coraggiosi innovatori o soltanto  con i mezzi del regista esaltandone la riuscita o meno del metodo usato per vincere la sfida...... nemmeno si preoccupa troppo dei loro sogni...

Quello che davvero invece cerca è una visione di piu' ampio respiro e poco omologata di quel che significa vincere e pure di quanto in ogni “progetto” o pianificazione, per quanto “matematicamente forte”,  conti comunque e sempre l'aspetto umano...

In “Moneyball” l'elogio dell'uomo è netto, sicuramente anche a dispetto delle sicurezze che possono offrire i numeri e le luci di scena son tutte “sparate” sull'uomo ardito e coraggioso, quello  “che passa il muro per primo”, sull'incrollabile fede di colui che “crede sempre e comunque”.....
…......sul  General manager che in uno sguardo ed uno scambio di battute velate “vede” il ragazzo geniale ed innovativo (...anche se goffo e poco rispettato...), lo assume immediatamente e crede in lui così fortemente da difenderlo contro tutto e tutti...
….......a qualsiasi costo, anche quello di perder tutto....

E' duro non esser romantici con il Baseball e difatti Miller sottolinea con Brad Pitt la figura del dirigente capace (ed audace) ma sempre solo ed emotivo, lontano dal campo per colpa di “un passato difettoso”....
Ci mette poi sotto al naso la scelta decisiva dell'allenatore (Art Howe - Seymour Hoffman) nel momento della verità e con questo gesto  sottolinea  anche lo sprone decisivo delle idee che arrivano a compimento in un preciso luogo e momento del tempo, dove sembrano incrociarsi in maniera “apparentemente occasionale” le risultanti del destino....

Uomo....tempo.....scelte.....decisioni.....probabilità.......

Con finezza ed ottimo stile nel raccontare “Moneyball” dichiara, con una fermezza “quasi trasparente” ma al tempo stesso “inamovibile”, che i soldi e tutto quanto v'è di materiale non sono tutto e che non  puo' mai bastare una sola sconfitta a far crollare un castello alto e meraviglioso....
…....Ma pure che potresti appena aver battuto un “fuori campo” decisivo e non essertene nemmeno accorto....

Che fuor di metafora si potrebbe tradurre con “e se la tua vita ti avesse già regalato tutte le occasioni e tu nemmeno una volta avessi detto grazie o ne avessi abbracciata una per portarla a compimento?....

Non è proprio in questi crucci e malumori che ogni giorno sentiamo sfiorire la vita?...
…..E se ci volesse solo “un altro punto di vista” o anche solo piu' attenzione??...


 FRANCO – 18 FEBBRAIO

Nessun commento: