Marcel Marx (Andrè Wilms) è un lustrascarpe dalla considerevole età, ma ancora vive la vita dal “versante buono” e “gusta” la sua cena anche se sono solo tre olive in un piattino da caffè oppure una omelette con un uovo sodo e un bicchiere di vino rosso.
Vive a LeHavre, con una ”straniera” (Kati Outinen) che lo ha accolto in casa e gli gestisce il denaro ma non i desideri…
Alcuni commercianti, quando lo vedono gli danno uno sfilatino di pane, altri abbassano in fretta la loro saracinesca…
…ma la rialzeranno con altrettanta tempestività quando verranno a sapere che Marcel ospita in casa un piccolo bambino africano (Idrissa/Blondin Miguel) arrivato fin lassù dopo un avventuroso viaggio dentro un container ed esser fuggito poi all' “assurdo e ridicolo schieramento armato della polizia Francese”…
Possiamo anche tralasciare parole come capolavoro per il nuovo film di Kaurismaki perché forse nemmeno per lui sono un necessario riconoscimento, ma non è davvero il caso di sorvolare su quanto è capace di far fiorire questo bravissimo regista Finnico nel giardino della sua semplicità…
Ancora una volta promosso al centro della scena c’è tutto un sottobosco di personaggi secondari ed umanissimi che Kaurismaki adora portare in risalto senza aggiungervi però nemmeno un briciolo di enfasi, figure che sembrano letteralmente “staccate o prelevate” da epoche lontane o pellicole del passato: il lustrascarpe che gira con il suo mobiletto a tracolla o il Commissario (Jean Pierre Darroussin) con il suo cappotto dal taglio demodè…
Kaurismaki li “prende” e li immerge in un contesto cromatico di colori suadente e che di recente lo identifica, dando vita ancora una volta ad una dimensione narrativa e di immagine capace di staccarsi ed evadere dallo schermo, affiancandosi a quella di “solo” cinema e delineando un’area di percezione ulteriore, che integra ed arricchisce l’esistente, tanto il reale quanto il virtuale…
I suoi attori sembrano partire da pose inanimate e prender vita adagiandosi con flemma sul tappeto dei secondi che passano.... Kaurismaki anima a miccia lenta quelli che piu’ che “individui e parole” paion esser veri e propri quadri, come partoriti dal pennello di un moderno Hopper o un Vettriano Finlandese e per giunta “di celluloide”, dando vita a immagini capaci di trascendere il loro significato “radicato con l'attualità” e quello dei dialoghi che le accompagnano (questo ad esempio il divario abissale tra “Miracolo a Le Havre” ed il pure ottimo “Welcome” di Philippe Lioret che piu’ di qualcuno ha citato come pietra di paragone…Entrambi sono ottimo cinema, ma il secondo è un racconto che il tempo che scorre “arenerà” precisamente in qualche dove, mentre il primo è pura arte e poesia chiaramente destinata a infischiarsene dei confini temporali….)
…..per questo gli attori di Kaurismaki possono ben fare a meno delle parole oppure averne in bocca di estremamente semplici o banali….
…....…comunque debordano vita, sofferenza…ottimismo….
…e quando volgono al positivo, il loro agire inconsueto ed il loro sguardo benevolo sparge a piene mani speranza su chiunque li stia osservando, fino a rendere meno aspra persino la realtà piu’ indigeribile…
C’è molta “bella gente” in questo film di Kaurismaki ed il suo raccontare è degno del candore di un bambino...…
Il rocker panciuto dal ciuffo bianco (“Little Bob”...esiste davvero!!...), il commissario ed il suo “Calvados”, il lustrascarpe ed il bambino….
Il medico accudente e la moglie in ospedale…
Di vero “fatto soprannaturale” a Le Havre, e lo vedrete, in fondo ne accade uno, il piu' “scontato”, e probabilmente vi lascerà addirittura indifferenti rispetto a tutto il resto del film…
Ma questo splendido cineasta di “miracoli semplici e stupefacenti” con la sua pellicola ne compie diversi altri: come altrimenti definire la bellezza “sublime” che ci offre nelle sue varie forme (...essenziali...elementari........e magnifiche!...) oppure il suo riuscire a ricordarci, mentre esterrefatti lo seguiamo nel nostro intorpidito procedere, che gli uomini non sono finiti, che hanno ancora una morale ed una dignità...... e non vivono solo per i soldi…
Non è dunque nemmeno “soltanto” cinema o poesia la sua proposta, ma davvero molto di piu’, e nonostante sembri girare per l’ennesima volta lo stesso film, ancora una volta tutto pare sorprendentemente differente….
….In coda, le “istruzioni” per chi non riuscisse a “vedere” nulla di tutto quanto detto finora:
- Staccare gli occhi dal basso del marciapiede...(ORA, dopo la “visione del film”, se volete, potete chiuderli!!...);
- Mollare le solite abitudini (mentali e pratiche);
- Dare “corda” e libertà al “passo”;
- Ampiezza al respiro......
…....e se non vedete ancora nulla, allora nessun “regista e/o taumaturgo” potrà compiere il “miracolo” di resuscitare quel che probabilmente giace in voi sotto una fitta coltre di cinismo, gretto realismo e troppo, davvero troppo disincanto!….
FRANCO - 20 DICEMBRE 2011
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