Dopo qualche anno di “ingiustificabile” assenza dai nostri schermi per colpa della distribuzione Italiana, torna Robert Guediguian e la sua banda di fidati “attori sodali” (Ascarid, Darroussin, Meylan), lo sguardo sempre ben “conficcato” tra le sofferenze della deriva sociale, oggi aggiornando la sfida tra gli ultimi e le pene del vivere quotidiano osservandone da vicino il corto-circuito generato dal loro lento confronto fratricida, quello tra i lavoratori gettati alle ortiche ma ancora a fatica sussidiati da uno stato sociale, ingeneroso ma non abbastanza “assassino”, e quelli che vengono lasciati invece schiantarsi al suolo da altezze vertiginose pochi mesi dopo aver spiccato il volo, senza nemmeno uno straccio di rete che ne limiti i danni…
Operai (…lavoratori…) attorno ad una scatola spasimano quando una mano tira su bigliettini con i loro nomi come fosse una lotteria...... dentro un altro cartone se sono stati poco fortunati ed hanno mancato il “tagliando vincente” ci metteranno i ricordi e gli effetti personali da portare a casa a moglie e figli, piccola insufficiente dote di anni spesi con dedizione e sacrificio per il bene comune….
Un sindacalista coraggioso, agli occhi di molti fino “all’eroismo” ma che forse a ben guardare avrebbe dovuto tentare di piu’, ora è un “povero pre-pensionato”…..e pensare che voleva esser l’uomo ragno!...
…E attorno a lui tutto “un mondo” che pochi altri saprebbero descrivere con la stessa grazia, semplicità e leggerezza del Francese/Armeno Guediguian, forse il piu’ bravo tra i registi in circolazione a saper cogliere, facendone cinema, tutti i piccoli dettagli che compongono una “gigantesca fotografia”.
Ricorda molto l’ultimo Mike Leigh di “Another Year” nel suo talento, tale da consentirgli di metter in rilievo le apparenti “insignificanze imprescindibili” per valutare l’insieme, e quindi anche “Le nevi del Kilimangiaro”, come l’ultimo lavoro del grande cineasta inglese, potrebbe ad una prima visione risultarci “povero, privo di conclusioni e spessore” quando invece, ma solo forse con una minore cifra di eleganza e stile, è esattamente sullo stesso piano di consistenza…
Guediguian inoltre si posiziona, con merito, tra i primi della lista che a mezzo cinema abbia cominciato ad inoltrarsi sulle dinamiche di conflitto tra le differenti tipologie di lavoratori che si ritrovano le une contro le altre pur dovendo in teoria marciare compatte verso i medesimi obiettivi, ed è credibile che a brevissimo giro di posta la compagnia di coloro che seguiranno il suo esempio diverrà particolarmente nutrita, perché con altrettanta probabilità è assai plausibile che certe tematiche esploderanno, nella vita reale, in maniera fragorosa in giro a non molti anni da oggi, fino a riempire ogni angolo dell’informazione (se ne avvertono chiari sentori fin da adesso ma ci si ostina con furbizia o puerilmente a negarne l’esistenza…)
“Le nevi del Kilimangiaro” mette bene in guardia chi è cieco rispetto al suo presente, ma soprattutto invita con chiarezza ad abbandonare le vecchie “lotte” per affrontarne di nuove, e ricorda a chi si è troppo imborghesito, sprofondando sul divano di casa davanti al suo televisore, che tutto quel che abbiamo è stato duramente conquistato da qualcuno anche se lo abbiamo dimenticato, e che forse potremo mantenere qualcosa di quel che godiamo ma non di certo per sempre, senza un nostro contributo fattivo e quotidiano.
Con qualche spruzzo di “lievissima poesia” Guediguian ci presenta anche un barista magico che sa ubriacarci, piu’ che con i suoi cocktail, di sorrisi e di parole, sempre capace di cogliere i nostri desideri “al banco del bar”, relazionandoli ai nostri bisogni, nondimeno ribadisce che il mondo è tutto sempre sotto i nostri occhi ed alla nostra portata..... ed a poco serve viaggiare, andar lontano o imparare lo swaili….
Distante anni luce dalle vette di un “cinema estetico e regale” come quello ad esempio del recentissimo e straordinario “Faust” di Sokurov, “Le nevi del Kilimangiaro” con fiera fermezza e bontà genuina “rivendica il divario” come una precisa scelta di campo e di racconto, e senza dubbio faremmo bene a credergli in quanto ad onestà, non certo di meno in quanto a qualità!….
Leggermente didascalico nel sottolineare alcuni punti che peraltro dovrebbero esser scontati (ma nel caso non fosse così e ritenendo confermata la necessità di chiarirli, una maniera piu’ “ricercata” donerebbe stile), Guediguian controbilancia ogni eventuale appunto gli si possa muovere con una vitalità ed una autenticità capace di intercettare il panorama “totale” della nostra vita quotidiana in relazione con “il globale ed il locale”, i suoi intrecci e quant’altro, e con la franchezza che da sempre lo contraddistingue regala l’ennesima pellicola da conservare gelosamente in bacheca….
…..un giorno, tra qualche anno o chissà quando, ci capiterà magari di tornare a darci un’occhiata, e quando verrà il momento non dovrà destare in noi alcuna sorpresa l’eventuale possibilità di non riuscire a collocarla alla effettiva distanza che la separa dal suo passato….
Così sono gli “artisti benemeriti”, capaci con il loro “segno” di raccontare quello che verrà con la stessa naturalezza con la quale potrebbero discorrere di quanto gli è appena successo al mattino dopo essersi svegliati….
Se non è un buon motivo questo per andarlo a vedere, direbbe “il bardo”, allora “io non ho mai amato il cinema e nessuno ha conosciuto mai cinepresa”….
FRANCO - 07 DICEMBRE 2011
Nessun commento:
Posta un commento