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lunedì 12 settembre 2011

RUGGINE di Daniele Gaglianone

Nellassolata periferia Torinese degli anni ’70 i figli degli emigranti che hanno abbandonato il sud per cercare lavoro (…destino…) e fortuna al nord fanno a gara con le lamiere infuocate dal sole, giocano tra i bidoni di ferro e le reti metalliche abbandonate

I maschi sono gracili e minuti giovani guerrieri che corrono tra i silos arrugginiti che paiono torri di un castello abbandonato
Le femmine immaginano già come sottrarsi al loro destino di donne che faranno solamente bambini e salsa di pomodoro

Nella valigia di cartone: fumetti, sigarette e figurine di Sala, Pulici e Zaccarelli

Poi, a seminare paura e terrore tra ipiccoli cucciolidegli operai arrivail dottore”, magari figlio del padrone…… o di medici….. avvocati
Divampa in un attimo un breve e dolorosissimo incendio, silenzioso e letale
Tra le mani ora cè un un cappello che è come uno scalpo
Earrivatoil drago”!......... ed anche se qualcuno dovesse riuscire ad ucciderela belvail castello (…incantato….) non reggerà allurto, e crollerà, travolgendo sogni, favole e futuro

Giovani vite irrimediabilmente segnate proprio quando stavano per sbocciare
….la speranza si allontana, linnocenza finisce per sempre

Racconto diorrore e periferia, “Rugginedi Daniele Gaglianone è una tremendastoria neratratta dallomonimo romanzo di Stefano Massaron e messa in scena come un prolungatissimo flashback, inframezzato di tanto in tanto dagli scampoli di un presente che non sembra voler concedere molto al futuro che verrà

Il film si regge soprattutto grazie allottima prova dei piccoli attori esordienti che nonimpressionanoper bravura ma svolgono una prova corale più che credibile, senza dubbio apprezzabile
Liproteggono e supportanoiprofessionisti” (Mastandrea, Solarino ed Accorsi)…
Una spanna sopra tutti un Filippo Timi (Il dottor Boldrini) che mette paura ed inquieta solamente con la sua ombra……ogni volta che entra in scena tutto diventa sinistro, diabolico, tetro…..la giàdesolata e desolanteperiferia affogata nel ferro e nel cemento perde anche il suo pallido sole e resta agghiacciata sotto un cielo di tenebra

Con qualche accortezza in piunel (dis)velare meglio lungo il corpo della sceneggiatura alcune riflessioni (vedi ad esempio le considerazioni di Mastandrea su ricchi, terroni e scuola) e magari non consegnando solamente allagiuria dei professoriil compito di rappresentare in manieranon troppo lavoratail ruolo deigrandi che non credono mai”, magari approfondendo meglio le altre figure collaterali dei genitori (bello laccenno sul timore reverenziale della mamma poco istruita nei confronti del medico…), forseRuggineavrebbe guadagnato quelmezzo punto in piu’ “ che gli avrebbe dato la possibilità di depositare il suo ricordo con maggiore incisività tra le nostre memorie
….ma Gaglianone è comunque molto bravo e lavora benissimo con gli attori, grandi e piccini e, soprattutto, usa con naturale sicurezza e bella visione estetica i mezzi del regista….

I draghi (non) esistono?......comunque non muoiono mai e la loro voce, anche da lontano, avvelenerà i racconti delle fiabe a venire….

Giocare…….”chiavare”…………..………giocare….”chiavare”….

Cola giù sullautomobile lacqua dellautolavaggio, scivola sopra i vetri ma a chi sta dentro non pulisce il cuore, lanima….
Fuori è buio pesto….
…….comunque, piuscuro di mezzanotte non puofare

FRANCO - 12 SETTEMBRE 2011

1 commento:

Patrizia ha detto...

Finalmente sono riuscita a vederlo, all'inizio non mi aveva esaltato, lo trovavo un pò troppo lento ma poi l'ho apprezzato di più...ed il "DIBBBATTTITO" con il regista e la psicologa mi ha aiutato a capire meglio alcune cose: come il Trauma costringa il presente ed impedisca il distanziarsi dal passato, come si rimanga bloccati nella reiterazione del danno e delle ferite subite; come i bambini riescano a VEDERE più dei grandi; come i Draghi, pur non volendo, riemergano nell'educazione dei figli