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giovedì 7 febbraio 2013

LA MIGLIORE OFFERTA di Giuseppe Tornatore


Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è un importante antiquario al quale viene affidato il compito di  stimare il patrimonio della misteriosa Claire (Sylvia Hoeks), una donna che vive solitaria e misteriosamente rinchiusa nella sua villa
Nella circostanza però, oltre a svolgere il suo incarico, Virgil si ritroverà  a dover misurare con un nuovo metro tanto il suo presente quanto  il valore complessivo della sua vita.
Giorno dopo giorno, niente si rivelerà esser davvero come appare e nonostante l’esperienza, l’arguzia  e le fini capacità deduttive, gli eventi lo porteranno  a fare naufragio nella sua stessa vita, travolto suo malgrado negli indecifrabili meandri dell’anima.
“La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore è un film denso di suggestioni, capace di mantenere dall’inizio alla fine l’aura del suo mistero così come di rinnovare ad ogni passo  nuove intriganti sensazioni.
Fin da principio il regista siciliano, ponendo immediatamente  in primo piano il morboso ed insolito rapporto tra Virgil e Claire - o anche solo “giocando” con le bollicine di un bicchiere e la fiammella di una candela - dichiara di voler costruire un “ingranaggio cinematografico” che sappia manifestarsi al meglio delle sue molteplici e possibili declinazioni.
Con eleganza ed attenzione costruisce quindi eccellenti atmosfere intimiste dalle quali solo in alcuni passaggi della pellicola si allontana, forse in cerca di una dimensione di piu’ ampio raggio che però non sembra esser perfettamente consonante al tenore del suo racconto.
Geoffrey Rush gli offre una solida base sulla quale costruire: interpreta al meglio il ruolo di un uomo timoroso persino di “toccare” la sua realtà quotidiana e difatti indossa, con ossessione maniacale, decine di paia di guanti differenti.
Da tempo ha costretto la vita nei confini di “scelte difficili e sofferte” ed ora vive circondato dagli sguardi delle donne d’ogni tempo, che dalle tele dei quadri lo osservano affisse alle pareti del suo “caveau”; per quelle in carne ed ossa ha invece una ammirazione pari solo al timore che nutre nei loro confronti.
Virgil, in una situazione sospesa tra l’impossibile ed il surreale, incrocia la sua solitudine con quella di una ragazza afflitta da “una malattia così assurda da sembrare un inganno”; l’interesse per Claire presto si impadronisce di lui come una febbre, generando un interesse che proietta nella sua mente ideali di bellezza capaci di scuotere violentemente ogni cardine della sua ordinata esistenza e di rigenerare desideri ed aspettative così come di infondergli uno sconosciuto coraggio e nuove palpitazioni.
Ma persino per un professionista delle aste come lui stavolta sarà impossibile distinguere il falso dal vero e le ragioni del cuore nulla vorranno sapere delle “inutili” riflessioni che potrebbero esser suggerite dall’intelletto. 
Tra inganni, mistero ed atmosfere fobiche, Tornatore porta a compimento la sua pellicola con grande cura, con  passione e dedizione evidenti. Il meccanismo a tratti puo’ sembrare un pochino macchinoso e non senza qualche piccola sbavatura ma nel complesso tiene e soprattutto ad ogni passo sa come sorprendere ed avvincere lo spettatore ed a coloro che sapranno  abbandonarsi totalmente alla storia ed ai suoi  intrighi,  anche largamente convincere.
Come i raggiri e gli azzardi dei quali racconta, anche “La migliore offerta” gioca tutta la sua partita sul filo del rasoio ed inevitabilmente ogni suo vacillare o piccolo inciampo risulta amplificato e pericoloso oltremisura ma le eventuali pecche non superano mai il livello di guardia e così si esce  dalla sala soddisfatti e senza esser minimamente annoiati,  anzi piacevolmente stupiti e coinvolti da questo interessante disegno d’autore.     
Peccato che Morricone per l’occasione cambi solo poche note dalle musiche già usate per Sergio Leone e chissà  poi, a ben vedere, se quell’automa del ‘700 era davvero indispensabile alla storia.
Vagamente assimilabile anche ad un thriller “La migliore offerta” ha anche il suo colpevole che – capirete poi perché -  possiamo svelarvi  subito e senza problemi: non fidatevi dunque troppo del  tecnico del montacarichi, anche se difficilmente ne rinverrete traccia se non poco prima della parola fine!

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