VISITATORI

martedì 22 gennaio 2013

JACK REACHER - LA PROVA DECISIVA di Christopher McQuarrie


Pittsburgh: sulla riva del fiume giacciono cinque vittime uccise dai sei colpi di un cecchino: già dopo una prima occhiata la  scena del crimine, in quanto ad indizi, sembra una miniera d'oro (anche troppo!)
Presto, inchiodato dalle prove è James Barr, un ex militare addetto alla sorveglianza dei civili a Baghdad che per anni si è allenato con duemila pallottole al giorno; a difendere la sua causa l'avvocato Helen Rodin (Rosamund Pike), figlia del procuratore distrettuale (Richard Jenkins) ma – ovviamente - per risolvere il caso i due non basteranno ed ecco che, chiamato in causa dallo stesso Barr che ne fece la conoscenza durante lo svolgimento del suo servizio, si materializza dal nulla  Jack Reacher (Tom Cruise).
Reacher è un solitario “fac-totum” con una sua idea della giustizia che non tiene troppo conto dei limiti della legge: non ha la patente ma guida, non usa la penna ma ha una memoria di ferro, non fuma e sa bene come rendersi irreperibile. Non farsi trovare è cominciato come un esercizio ed ora è una dipendenza! Le donne non le trascina nel suo letto: da loro al massimo si fa scarrozzare in giro con l'auto e se capita le esorta a non farsi sfruttare troppo dagli uomini.
Ma nell’indagine i  conti non tornano e  ci si accorge presto che dietro la strage si celano interessi molto più grandi di quel che si poteva immaginare.
Christopher McQuarrie - già sceneggiatore da premio oscar con “I Soliti Sospetti” di Brian Singer – sa bene cosa vuole dire “azione e divertimento” ed assieme a Tom Cruise, ringalluzzito e muscoloso protagonista che ci mette anche il denaro per produrre la pellicola, si adopera per portare sullo schermo il libro di Lee Child “La prova decisiva”.
Ne viene fuori un film brillante, che dichiara fin dall’inizio di non voler sottostare al  giogo di una ferrea credibilità e chiede quindi  licenza di incendiare le polveri, munifico di tutti i “clichè di genere” ma intelligente nel farne uso: dunque largo alle auto crivellate di colpi ed ai combattimenti  a mani nude, agli inseguimenti nelle strade buie della città  con decine di auto della polizia e le loro sirene ululanti (stavolta però occhio all'autobus che passa!...); poi una irrinunciabile galleria contromano ed ovviamente quel pizzico di humor che non guasta mai.
Se c'è l'eroe pronto a tutto – non necessariamente senza macchia ma di certo molto scaltro – non puo' mancare l'uomo nero ed ecco pronto per l'occasione “The Zec”, il lussuoso cameo affidato a Werner Herzog, un uomo che considera le prigioni Americane una “casa di riposo”: in passato per sopravvivere non ha esitato a mangiarsi le dita prima che sviluppassero una cancrena e in un occhio conserva il brillante luccichio azzurro del ghiaccio siberiano.
Herzog, assieme a Robert Duvall (Cash, il proprietario del poligono di tiro) impreziosisce parecchio il parco attori, dove pur senza demeritare si accusa ogni tanto qualche stanchezza: Rosamund Pike ad esempio sgrana gli occhi come bocce da biliardo a  piè sospinto - anche se alla fine ne avrà ben donde - e potrebbe provocare nello spettatore un leggero effetto urticante.
Non ci si astiene dall'usare alcune classiche espressioni come “Vengo a prenderti!” e  l'immancabile “Figlio di puttana!”, ovviamente pronunciato con una qualche sarcastica raucedine a seguire.
Così, aggiungendo al cocktail qualche altro ingrediente come un duello veloce a colpi di telefono, vetri infranti e un intermezzo comico con  mazze da baseball e poi qualche pallottola sibilante tra la fitta pioggia battente, senza troppi cali di tensione e nemmeno un briciolo di noia si arriva al gran finale.
Tutto è fatto a regola d'arte  e,  anche se la musica l'abbiamo già sentita, l'orchestra suona molto bene: per gli amanti del genere recarsi al concerto potrebbe valere la pena.
Sappiatelo, Jack Reacher ha tempo per tutto:  sgomina le bande criminali e scopre le mele marce, nel mentre mantiene le promesse  e  soddisfa solerte ogni  vostra aspettativa.

Nessun commento: