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lunedì 21 settembre 2009

CORALINE E LA PORTA MAGICA (3D) di Henry Selick

Se la Disney da almeno vent’anni a questa parte (se si esclude  qualche felice eccezione….) ha “consapevolmente” sacrificato bellezza “vera”, divertimento e fantasia visiva (della quale un tempo fu “caposcuola”…) sull’altare degli strabordanti incassi delle sale cinematografiche, delle videoteche e del merchandising, riuscendo così nell’impresa di suicidare  il proprio stesso magnifico potenziale mortificandolo in forme di serializzazioni sedicentemente artistiche e buone, al massimo, per lo svago di grandi e piccini, esiste ancora al mondo (e, udite udite, proprio nel cuore della tanto vituperata America sede anche del “diavolo Hollywoodiano”….) qualcuno che rema in direzione ostinata e “maestosamente” contraria…



Il suo nome è Henry Selick, ed alle grandi masse dirà poco, ma i cinefili piu’ attenti,  rimestando fugacemente nei propri ricordi, potrebbero vedere accendersi il lumicino che permetterebbe loro di associare questo “signore” allo splendido “Nightmare before Christmas”, capolavoro partorito a quattro mani diversi anni fa con il genio “infido e sfrenatamente  impavido” di Tim Burton.



Ed allora, pubblico “famelico” ed ansiosamente alla ricerca di piccole gemme da incastonare nella sempre piu’ spinosa “corona del cinema”, non perdete l’occasione che vi si presenta con  questo “Coraline e la porta magica”, geniale ed appassionante favola dallo strutturato sfondo morale, deliziosa quanto angosciante, ma davvero per nulla banale ed anzi incessantemente protesa ad arricchire ogni suo piccolo dettaglio che possa al meglio metaforizzare il piano reale (…da incubo….) del quale è palesemente figlia…



Il sottotitolo “adottato” dalla locandina italiana, “Attenti a quello che desiderate”, già molto sottintende ed al tempo stesso esplicita di quanto troveremo davanti ai nostri occhi dopo, ma è ovviamente ben altra faccenda godere davvero di questa storia semplice, ma tramutata con la bacchetta magica che solo i veri artisti possiedono, attraverso  un generoso insieme di forme, colori ed inesistenti mondi e personaggi paralleli…



Ed è proprio “l’ennesima ma diversissima ed assai originale” dimensione fotocopia il fulcro-campo d’azione che ospita il divenire delle “avventure/disavventure” di questa simpatica bambina, per l’appunto “Coraline” (il suo nome si pronuncia “Coralain” ed è il frutto di un errore di stampa che l’autore del libro dal quale prende le mosse il film, Neil Gaiman, non ha voluto correggere…), la quale  annoiata dal suo quotidiano, carente delle attenzioni di genitori distratti e troppo presi dal lavoro (e dalla “dura vita di tutti i giorni”….) ed illimitatamente curiosa come ben si conviene ad ogni ragazzina della sua tenera età, finisce per cacciarsi tra le braccia di seducenti “altri genitori” in molto simili ai suoi veri, ma, a differenza loro, pronti ad esaudire ogni suo (effimero?...) desiderio, in apparenza assai piu’ fascinosi e reattivi degli originali ma con due inquietanti bottoni al posto degli occhi, e che saranno offerti anche a lei, in cambio delle sue “umanissime pupille”, ben presto e con pericolosa quanto sospetta  insistenza…



Sarebbe deleterio e “cinematograficamente sadico” rovinare la sorpresa a quanti volessero approfittare di questo “dono/pellicola” e continuare a rivelare il procedere del racconto che ognuno provvederà, nel caso, a disvelare per proprio conto…



Ci limiteremo a “segnalare” in maniera magari disordinata, quanto in questo lavoro ci pare degno di attenzione e “potrebbe” titillare i ricettori del vostro gusto, e ad esempio il “solito” (..??..) profluvio di “geniali invenzioni tonificanti per anima ed occhi”, al quale i vari “Anti-Disney” di hanno fortunatamente reso avvezzi,  ovvero, tra le altre cose,  “lampadari che erogano bibite fresche, trenini che trasportano salse dalla tavola verso i piatti dei commensali, cani pipistrello, cani imbalsamati come angioletti e con annessa aureola, cannoni che sparano zucchero filato, finte galline che beccano mais e simultaneamente sparano pop-corn, giardini incantati dove i fiori possono animarsi e giocarti accanto come tentare di divorarti, giochini e piccoli animali teneri ed inoffensivi che si trasformano di colpo in pericolose minacce…. e molto, ma davvero moltissimo altro”….



Animato con “certosina fatica” in tecnica “Stop-motion”, integrata ed “espansa” durante la lavorazione ed anche a posteriori con l’ausilio di moderne ed avanzate tecnologie, e, per chi gradisse l’esperienza, con la possibilità di esser fruita anche in una versione tridimensionale, “Coraline e la porta magica”  è una “metafora tutto sommato parecchio esplicita” del nostro mondo reale (o piuttosto di quello di continuo “virtualmente offerto” a mezzo media tambureggianti…) convenzionalmente comodo, confortevole ed infinitamente ricco di “apparenti” occasioni di felicità per chiunque, e che Selick con “leggerezza assassina e tetra” critica,  smantellandone  “con apparente svagatezza” parecchi dei presunti punti cardine e di attrazione…. Insomma, come si puo’ intuire dalla sintetica enunciazione di  poc’anzi, un racconto fantastico ma con le radici bene affondate nella melma menzognera che invade fin dal mattino ogni giornata che si trastulli nella distorta opulenza che una gran fetta di mondo ha oramai supinamente accettato, in grado senza ombra di dubbio di poter stendere con diversi “ganci” bene assestati qualunque “adulto” che voglia accettare il confronto con se stesso e le contraddizioni che lo accompagnano, ma probabilmente capace anche di intercettare la piu’ candida, prodigiosa e ricettiva sensibilità dei bambini, specie quelli di oggi che, gioco-forza (…e non piu’ “giocando solamente”….), dell’assurdo che inconsapevolmente li circonda, alcune “piccole e scomposte ragioni” sono stati costretti a farsele, a prescindere dai film ed i cartoni alla T.V….



Il messaggio di sintesi del “non tutto è come sembra”, quando questo “tutto” repentinamente muta da “incantevole delizia” a gelido e subdolo territorio “confinato e confinante”, pauroso e fitto di insidie, puo’ presumibilmente insinuarsi anche attraverso lo “strato protettivo” della ingenuità e della mancanza di riferimenti consolidati che spesso difende i piu’ piccoli, e se questo sia salvifico o l’ennesima cattiveria gratuita sbattuta in faccia ai nostri “cuccioli d’uomo” è una domanda che a mio parere è tutto sommato poco ragionevole porsi nel contesto di un disordine perenne e generale quale di fatto è la nostra e la “loro” esistenza…



Insomma, lo avrete di certo “intuito” che “Coraline”  non è una pellicola di quelle da lasciarsi sfuggire, che la libertà espressiva “sfrontata quanto creativa e difforme” che è in grado di offrire sono merce rara e preziosa al tempo d’oggi, così come tutto quel corollario di “buoni bruttini e diversi” (tanto cari anche a Tim Burton, dal quale Selick, nel momento in cui “l’aria si fa cattiva”, mutua anche forme e scenari tetri e sghimbesci, che furono anche di avi del muto come Murnau…) e che sono il pazzerellone Mr. Bobinsky, le grassocce e fuori di testa “Miriam ed April” o il goffo ed impacciato compagno di giochi “Wybie”….e ancora “gatti parlanti (ed audaci e tempestivi quanto dotati di “arguzia e ragione”….), eclissi di luna dietro lo scuro di un bottone, ragnatele che in un attimo si materializzano e divorano tutto, dentro e fuori lo schermo…



Cosa è la felicità e cosa è lecito fare per ottenerla?...

Il mondo dovrebbe esser solo divertimento oppure privato della sua parte di “sofferenza” diverrebbe un vuoto privo di senso e del quale non vorremmo noi stessi per primi il suo protrarsi all’infinito?....

  

Mentre per mano accompagnamo al cinema  i nostri figli, cerchiamo di predisporre noi stessi all’abbandono della presunzione di adulti e tentiamo di recuperare quel poco di innocenza e capacità di evadere che ci resta… riflettiamo pure poi, “magari con leggerezza ma senza sosta”, su quanto sia “cariato dall’interno” il nostro modo di agire e rappresentarci la realtà di ogni giorno, sul sinistro scricchiolio che di tanto in tanto avvertiamo provenire dalle fondamenta del rilucente edificio del nostro vivere, alto ed elegante finchè si vuole ma davvero assai vulnerabile… e pronto a venir giu’ alla prima scossa tellurica che il sismografo del nostro cuore riesca a registrare…

FRANCO – 21 LUGLIO 2009


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