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lunedì 26 ottobre 2009

UP di Pete Docter e Bob Peterson


Assolutamente non perdete questa nuova “meraviglia” dello studio Pixar , artisti che sanno fondere con maestria, unica ad oggi, digitale e pixel assieme alle  umane carni, le gioie e i dolori…..

Carl, il bambino, guarda rapito le avventure dell’ambiguo esploratore Charles Mans al CineGiornale e seguendo “il filo invisibile” dello spirito d’avventura (e del cuore…) “trova” Ellie… il loro primo incontro sarà esilarante e finirà in breve interrotto dalla sirena urlante dell’ambulanza. Ma il destino li ha oramai “uniti”, da grandi si sposeranno e passeranno tutta una vita assieme….

Prestate la massima attenzione agli “straordinari cinque minuti” con i quali viene passato in rassegna tutto il percorso della loro vita, che stiano stesi trasognati a guardar nuvole multiformi o tra le “diverse” pene degli ospedali, il tutto descritto sempre  con un tocco davvero magico ed una leggerezza incantevole, addirittura commovente… senza neanche l’aiuto di una sola parola!

….Rimane poi solo Carl, ed ora è un povero vecchio, ovvero il signor Fredricksen: la sua casa è accerchiata dalla speculazione edilizia, la televisione gli parla di una tecnologia lontana e senz’anima e qualcuno vorrebbe rinchiuderlo in un centro per anziani, ma prima che la minaccia dell’ospizio anneghi l’ultima residua  voglia di vivere, una vibrante “esplosione di palloncini” multicolore solleva in volo la sua esistenza e “libera” la strada maestra dei sogni ….

Qui comincia “l’avventura” e la pellicola spicca il salto verso il cuore del racconto…
…e qui mi fermo perché “UP” lo dovete assolutamente scoprire per vostro conto, senza che nessuna “sorpresa” vi venga svelata in anticipo…
Sappiate ancora solo che ad accompagnare Carl ci sarà Russel, un giovane bambino scout dagli occhi a mandorla, simpatico e cicciotello, formando così una coppia che ricorda di molto la “matrice” del recente “Gran Torino” di Eastwood: vecchio scorbutico, divario generazionale, rapporto multi-etnico, il tutto sciolto pian piano da un  denso calore umano…

“UP” emoziona maggiormente con la “verità della vita” piuttosto che con le esplosioni di fantasia, viene a rimarcare una volta di piu’ ad una “platea universale”, grandi e piccini, che basta aver la forza di partire per trovarsi giusto “dritti” a destinazione…certo, magari bisogna metterci un pochino di fatica, di coraggio, passione…impegno e trasporto…
Tutto nel film è strutturato a base di “solida realtà ed emozione”, anche se presentato in una forma avvincente e che rapisce l’occhio (…e per fortuna!!!...) …l’avversione alla modernità e la tecnologia (latente ma ben visibile nel film…) potrebbe sembrare contraddittoria ma in realtà e solo consequenziale…

Si punta sulla natura e la sua bellezza  selvaggia, “pericolosa ma affascinante e prodiga di sorprese”, come pure su quella dell’istinto di “cani costretti a parlare e ad innaturali missioni” ma che appena vedono una palletta da tennis schizzano a raccoglierla per riportarla indietro a chi l’ha lanciata.
C’è pure  un “beccaccino gigante” ovvero “uno struzzo in technicolor” (…Kevin…) e duelli a colpi di spada, bastone e dentiera, insomma un “tripudio di vitalità geriatrica”, ed un “insolito ingombro volante” da portare a spasso appeso al polso, come fosse un palloncino….
Ma se lo spirito d’avventura si libra leggero nell’aria lo si deve non agli spettacolari inseguimenti tra rocce, fiumi e centinaia di cani (…”pilota”...) da “caccia” (!!!) che braccano i fuggitivi, ma soprattutto all’emozione che solo il cuore e lui soltanto, ancora, dopo una storia secolare, puo’ permettersi di dettare agli uomini sempre piu’ offuscati da opprimenti sub-strati di superfluo….

“Croce sul cuore”….croce sul cuore…

Amore e rispetto, gioia e dolore, ego ed avidità umana, figli cresciuti senza genitori, anziani persi nella solitudine che d’incanto tornano a vivere inaspettate avventure…tutta “concretissima” sostanza appena grattate sotto il velo della fantasia…

Ed una morale che fa un “giro doppio di ritorno”….. dapprima sembra raccontarci “semplicemente” che dobbiamo sempre credere ai nostri sogni,  che non è mai troppo tardi per tentare di realizzarli, fosse anche solo per dedicarli a qualcuno che non c’è piu’….poi, quando i “miti” si sbriciolano e si rivelano per quel che sono e non per quel che sembrano, nel momento in cui il peso dell’egoismo si fa troppo pesante per esser sopportabile, allora si comprende che solo sacrificando con trasporto tutto il nostro essere, compresi i ricordi, si puo’ esser liberi e felici, gettandosi alle spalle la zavorra del passato per tuffarsi nell’unico sogno che non sia fatto di “materia impalpabile” ma di un vissuto vero ed emozionante: la vita…il presente…l’adesso e subito!...

….ovvero gettare “tutto” (…o niente?...) alle ortiche per salvare un “pollo sovrappeso” e l’affetto di un cane ed un bambino…perché è inutile piantare “la bandierina” in cima alla montagna se il viaggio termina tristemente e per sempre su quella cima desolata…

…I sogni aiutano a vivere ma è la vita stessa che alimenta i sogni….

Si, certo….ora verrete tutti a dirmi che lo sapevate e che niente c’è di piu’ banale e scontato….ma se aveste voglia di “ripassare la lezione” che non potremo mai “assimilare a sufficienza”, questa è una delle occasioni migliori per farlo…..correte….correte….….

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