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domenica 21 novembre 2010

ILLEGAL di Olivier Masset-Depasse


Per nulla “dei delitti” ma solo “delle pene” ….intendendo queste  non come punizione comminata per una infrazione o un reato commesso ma invece come “calvario e sofferenza”, come “deserto senza fine” da attraversare per tentare di raggiungere una chimerica “tranquilla normalità”…

Olivier Masset-Depasse con “Illegal” fa in modo che divenga film questo “squarcio (…al cuore…) di realtà” dipingendolo su tela cinematografica, usando in vece dei pennelli e dei colori una esposizione agghiacciante ed ordinata di tutti  i cupi elementi chiave che mettono alcune “vite al laccio”, scegliendo per farlo una  rappresentazione quasi documentaristica che senza sconti propone ai nostri occhi una storia che potrebbe esser di chiunque, di quelli che “non siamo stati” per pura fortuna o (…non escludetelo….) potremmo essere….

E qui si tratta della  storia di Tania, costretta alla fuga dalla natia Russia assieme al figlio Ivan e che nel Belgio dove ha trovato “riparo clandestino” riceve la “bolla di respingimento”….

Rinnega la propria lingua, cancella le impronte dai suoi polpastrelli con il ferro da stiro (un incubo il  solo pensarlo….) e resiste ancora per diversi anni, fino a che, proprio nel giorno del  compleanno del suo bambino viene fermata per un controllo dalla polizia e sprofonda nell’inferno (purtroppo piu’ che reale) dei centri di detenzione…

Per noi che viviamo nella morbida bambagia d’occidente (nonostante ultimamente questa sia divenuta una “bomba ad orologeria”), è difficile rapportarci ad un mondo di privazione dei diritti dove è necessario mendicare un turno di corvè per avere in cambio la possibilità di fare una telefonata  alla quale consegnare in pochi disperati secondi ansie ed urgenze comunicative…è forse incomprensibile raccapezzarsi sulle ragioni che portano a  dover respingere la visita del proprio stesso figlio per provare a mantenere viva la speranza di un futuro non migliore ma semplicemente con ancora  la possibilità di un divenire “delle cose e dell’esistenza” ……….

…..Intuiamo a malapena le coordinate distorte di questo corto circuito che oppone sorveglianti e “detenuti senza colpa”, madri contro figli, neri contro bianchi….
 
….esseri umani contro altri esseri umani….

Come puo’ essere accaduto e soprattutto come si è potuto concretizzare ad un livello così esponenzialmente alto tutto questo oggi, dopo aver valicato la soglia del secolo del grande progresso?.....….

Come è possibile che uomini e donne debbano ancora nascondersi come belve in fuga, disperate e ferite (…anche percosse e seviziate….) dietro il paravento di un numero di matricola perché  dichiarare il loro stesso nome creerebbe i presupposti per correre rischi gravissimi?...

Olivier Masset-Depasse prova a spiegarcelo, a raccontarci di fughe kafkiane dentro identità sbagliate… il suo compito è rendere ai nostri occhi questa lotta fisica e psichica fino allo sfinimento, dove i piu’ forti tentano di fiaccare le residue resistenze dei piu’ deboli…. Porta la telecamera dentro quelle camere di decompressione che forse neanche saremmo stati in grado di immaginare, stanze nei pressi degli aeroporti dove si staziona giusto il tempo necessario  per accettare di rinunciare a sperare, per firmare il proprio diniego nei confronti dell’esistere……. Capolinea di vite sospese, bollate, soppresse…. Cacciate!!….

…..ed al loro seguito, talvolta, bambini prigionieri e persi in uno straziante disorientamento….….

Il regista mostra le umilianti ed invasive perquisizioni e tutto il campionario di orrori e degenerazioni di una società civile che difende il suo avere, i suoi “effimeri possedimenti” a discapito della sua dignità e del suo “vero progredire”, distruggendo oggi possibilità dell’umano fiorire, iniettando il veleno nell’idea stessa di futuro…

….Gli aerei sono asettici giganti che trasportano vite, identità temporaneamente negate, sentimenti ridotti solamente a corpi, ingombri da legare come animali….

“Illegal”prova a fornirci gli strumenti per tornare ad avere la capacità di provare vergogna o indignazione, per reagire alla stasi che ci ha posto unicamente in difesa del nostro egoismo e della nostra avidità, prova a mettere alla berlina la nostra inerzia o il nostro famelico soverchiare vite innocenti e sconosciute, a volte persino inconsapevolmente ma comunque  senza averne mai preoccupazione alcuna nemmeno per un attimo….

Prova a tirar fuori la nostra coscienza costretta in un cassetto assieme a mille incoerenze e bugie….

Tutti sulla terra dovremmo avere i “requisiti in ordine” (….) per vivere degnamente….

Olivier Masset-Depasse e l’ottima protagonista Anne Coesens (Tania) con questa pellicola tesa, dura ed urticante tirano un pugno violento al nostro stomaco e senza appello vengono a ricordarci che se non c’è spazio per la felicità di tutti allora simultaneamente corre il rischio di scomparire anche il territorio dove crescere e coltivare la residua dignità di ognuno….

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