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lunedì 24 giugno 2013

IL CASO KERENES di Calin Peter Netzer


Un incidente, un figlio e una madre: Cornelia Kerenes (Luminita Gheorghiu).

Una donna non abituata a chiedere ma ad ottenere: benestante, appartenente alla nuova piccola borghesia Romena ed amica di personaggi facoltosi, con  denari sufficienti a ricacciare lontano ogni spiacevole inconveniente la possa tirar giù nel fango.

Nella notte il suo unico figlio Barbu (Bogdan Dumitrache) ha investito – uccidendolo – un bambino ed ora Cornelia deve tirarlo fuori dai guai: quando  in commissariato, avvolte nelle loro pellicce, appaiono lei e sua sorella Olga (Natasa Raab), i poliziotti capiscono subito la bega che si trovano di fronte.

Proprio per il piglio deciso ed autoritario della madre, Barbu accetta da sempre malvolentieri l’ingerenza di questa nella sua esistenza e vive per proprio conto con la sua  fidanzata Carmen (Llinca Goia).

Cornelia dal canto suo ha uno strano modo di dimostrargli l’affetto materno: quasi sempre in lei finisce per prevalere la volontà di riaffermare la sua influenza e raramente riesce a fare a meno di interferire su questioni che non la riguardano; così, per avere notizie di Barbu, è costretta a mendicarle dalla comune domestica di entrambi, che spolvera il comodino del figlio e le racconta quali libri legge.

Il tragico episodio, inizialmente, sembra esser per Cornelia quasi una questione esclusivamente personale e la donna, attraverso scorrettezze e favori,  si ingegna per piegare   anche questa situazione drammatica in suo favore  e ribadire i ruoli di comando e subalternità, disinteressandosi peraltro totalmente alle ragioni della vittima ed al dolore dei suoi familiari.

Le circostanze però porteranno altrove e forse porranno  le basi  per un cambiamento dei protagonisti  che, tra prese di coscienza ed inevitabili assunzioni di responsabilità, si troveranno costretti a guardare anche oltre i confini dei propri egoismi ed in generale a valutare le cose in maniera  più adulta e razionale.

Orso d’Oro a Berlino 2013, il film di Calin Peter Netzer ruota attorno al rapporto sofferto ed irrisolto tra madre e flglio e “Pozitia copilului”,  il suo titolo originale che fa riferimento alla posizione del feto nell’utero materno, meglio della traduzione italiana ne sottolinea la centralità.

“Il caso Kerenes” mostra anche  la corruzione e la povertà cha fanno da sfondo alla vicenda, alcune vigliacche meschinità delle persone ed i loro caratteri rapaci oltre a rimarcare  ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno,  che la superiorità economica e sociale pone su piani differenti gli esseri umani.

Calin Peter Netzer filma ondeggiando nervosamente con la camera da un lato all’altro del campo e cingendo spesso in ravvicinati primi piani i volti dei  protagonisti.

Il suo racconto si muove tra l’irritante  arroganza di chi si crede superiore e l’ineludibilità del destino e dei fatti che ridisegnano a proprio piacimento le cose; il maggior pregio della  pellicola è quello di riuscire a tenere a fuoco la storia principale tra madre e figlio senza perder d’occhio lo sfondo della Romania Post Comunista, offrendoci  un dimensione a tutto tondo di verità e realismo, toccante e senza fronzoli.  

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