Simon (Kacey Mottet Klein) abita con sua sorella Louise (Lèa Seydoux) nelle case popolari dell'inferno a valle ma, comperando uno skipass, può accedere al mondo soprastante ed arrivare in paradiso.
E' lì che si arrabatta
con furbizia rubando sci e giacchetti, frugando negli zainetti e procacciandosi
panini per mangiare; ed ancora occhiali, guanti e tutto quello che potrà poi
rivendere per procurarsi cibo o acquistare un piccolo forno per la sua cucina.
Louise invece ha serie
difficoltà tanto a mantenere un posto di lavoro che un fidanzato e quando a
casa se ne porta uno, che magari la
accompagna con il suo sportivo BMW rosso, Simon le sigarette deve mettersele
nelle orecchie anziché fumarle.
E' una vita complicata
la loro, vincolata tra povertà ed emozioni difficili da liberare, che si fatica
non poco a comprendere da un agiato e rilassato punto di vista esterno.
Il cielo sorveglia ogni cosa e visto dal basso
sembra rigato dai fili delle teleferiche che, per quanto salgano verso l'alto,
non arriveranno mai a toccarlo.
“Sister” (in originale “L'enfant d'en
Haut”), secondo lungometraggio per il
cinema di Ursula Meier ed Orso d'Argento
a Berlino, è una pellicola che per una buona metà sposa
molti dei tratti descrittivi e stilistici dei F.lli Dardenne, giusto per
rimanere nell'ambito della filmografia più recente.
Lo schema di raffigurazione del sociale è molto
ben delineato al punto da poter sembrare
quasi programmatico, con i reietti alle pendici della montagna e
lontani dal mondo in “alta quota”, dove il lusso e l'opulenza brillano in fondo
assai meno della neve bianca ma non per questo risultano meno desiderabili.
La Meier però a metà racconto, grazie anche all'ausilio dei suoi ottimi
sceneggiatori (oltre alla sua firma figurano quelle di Antoine Jaquod e Gilles Taurand) opera
una sterzata repentina ed inaspettata e
sconvolge tutto il piano dei rapporti e delle responsabilità tra i suoi
protagonisti.
Solo allora ci si
accorge di quanto siano deviati i confronti e le considerazioni che abbiamo
rimuginato riguardo agli avvenimenti, incisivi gli errori di ieri e di oggi,
fragili e crudeli oltremisura le situazioni osservate fino a quel momento.
“Sister” riesce a dare il meglio nel rendere il
senso di smarrimento e di impotenza, il dolore dato dall'assenza di orizzonti,
le debolezze, le solitudini e le false borie o le sicurezze presunte.
Tutte queste sono
sensazioni difficili a rappresentarsi solo con le poche parole di un commento
in maniera tale da poterne far percepire l'intensità, cosa che invece l'estensione visiva e temporale della
“forma cinema”, specie in questa occasione, riescono a dipingere con un vigore
ed una forza davvero degne di nota,
imprimendogli un grande “senso di realtà”.
Una regia essenziale e misurata, unita alle
prove superlative dei due protagonisti, fa di “Sister” un film notevole sul
fronte dei sentimenti e delle emozioni ma molto incisivo anche sul piano
sociale, con tutto il suo piccolo sottobosco di
indifferenze ed egoismi messo in campo dai personaggi di seconda linea che rendono
ben chiara ed in qualche misura persino agghiacciante la cifra della frattura,
umana e sociale, di un mondo sempre più spaccato in due: il ragazzo britannico
complice nel ricettare merce rubata, la signora anglosassone conosciuta per
caso ed il fugace incontro con un altro signore al quale Simon proverà a
sottrarre un paio di guanti e poco altro, finendo picchiato nell'apatia
generale.
Dodici anni come se ne fossero stati vissuti già
almeno il doppio vacillano nel disperato tentativo di comprare una notte
d'affetto da dividere in un letto con qualcuno che, dal
canto suo, prende lentamente consapevolezza del fatto che alcuni debiti
contratti con la vita possono estinguersi col denaro mentre altri dureranno per
sempre.
Crudele è talvolta
anche portare avanti la propria semplice
quotidianità e la giustizia spesso dimentica di occuparsi di qualcuno; la neve
candida annega tra lo sporco nero di una esistenza ricca di tinte grigie e
senza la possibilità di un vero definitivo rimedio: “la spazzatura porta con se altra spazzatura”
e “lassù, sotto il sole, gli altri se ne fregano”!
2 commenti:
Trooooppppooo Triste
Però Mooooooolto bello!...
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